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Un anno di legge sulla canapa in Germania, qual è il bilancio?

Per il sociologo Bernd Werse è “un grande risultato che circa cinque milioni di consumatori non debbano preoccuparsi di essere perseguiti penalmente” - Non mancano però le criticità

  • 10 aprile, 14:28
  • 10 aprile, 14:37
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Un'immagine scattata a Ganderkesee nella Bassa Sassonia

  • Keystone
Di: SRF/RTS/SaPa 

“Le prime indagini mostrano che tra gli adulti sostanzialmente non è cambiato nulla”. Il sociologo Bernd Werse, che si occupa di dipendenze all’Università di scienze applicate di Francoforte, in una recente intervista a SRF risponde così quando gli viene chiesto di fare un bilancio di un anno di legalizzazione parziale della canapa in Germania. Non ci sono però ancora dati affidabili, sottolinea il ricercatore.

La situazione è diversa per i giovani che, negli anni precedenti l’entrata in vigore della legge fortemente voluta dal governo di Olaf Scholz, avevano già fatto registrare una drastica diminuzione del consumo di questa sostanza. La ragione, secondo Werse, è che sono diventati più cauti nel consumare prodotti che creano dipendenza e questo anche grazie all’importante lavoro fatto sul fronte della prevenzione. “Ora dobbiamo aspettare e vedere come si svilupperanno i dati fin qui emersi”, precisa Werse.

Il fattore seduzione

Da un’analisi delle acque reflue di Stoccarda è emerso che le tracce di THC (la sostanza psicotropa prodotta dai fiori di cannabis) sono aumentate del 13%. Ciò indica che tra gli adulti vi è anche chi ha colto l’entrata in vigore della nuova norma come un’occasione per provare di nuovo la canapa, spiega Werse.

Un’altra spiegazione potrebbe essere il forte aumento della coltivazione domestica della pianta e questo anche da parte di persone che non la consumano. Vendere il raccolto è evidentemente illegale resta però una fonte di approvvigionamento per molti consumatori. Ciò detto, sottolinea Werse, test condotti in altre città hanno portato a risultati diversi rispetto a quelli riscontrati nella capitale del Baden-Württemberg.

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Un'immagine scattata a Ganderkesee, nella Bassa Sassonia

Il mercato nero

Per incidere in modo significativo sul mercato nero in Germania ci sono ancora troppe poche opzioni legali per procurarsi la canapa. In questo ambito la legalizzazione parziale non ha fin qui avuto il successo sperato. Le ricadute positive però ci sono: i prezzi della cannabis terapeutica sono oggi inferiori ai livelli del mercato nero. Anche i cannabis social club hanno un’influenza sul mercato nero, ma attualmente sono ancora troppo pochi sul territorio nazionale.

Quali conclusioni trarre dopo un anno di legalizzazione parziale?

Per Bernd Werse, è “un grande risultato che circa cinque milioni di consumatori non debbano preoccuparsi di essere perseguiti penalmente”. Un punto debole della legge è invece che non esiste un commercio al dettaglio della sostanza. Resta ora da vedere come il nuovo governo tedesco interverrà sulla legge.  L’Unione CDU/CSU vorrebbe abrogarla. Tuttavia secondo Werse non si assisterà a un’inversione di rotta a 180°. Più probabili “piccoli passi indietro”, per esempio per quanto riguarda la quantità di canapa che potrà essere posseduta legalmente.

Qual è il consiglio per la Svizzera?

Anche in Svizzera si sta discutendo di legalizzazione parziale della canapa. Secondo Werse, la Confederazione è già più avanti della Germania, perché sono in corso di svolgimento progetti pilota per la vendita controllata. Secondo il ricercatore, “l’ampia e sostanziale depenalizzazione in Germania” potrebbe servire da modello.

“Non è facile avviare un cannabis social club”

In totale 450 Cannabis social club hanno chiesto l’autorizzazione per aprire in Germania, ma due terzi dei dossier sono ancora in attesa di una risposta. Hermann Klatt, presidente del club di Erfurt, ricorda i numerosi ostacoli incontrati al momento del lancio.

“Non è facile avviare un club. – dichiara alla RTS - Servono persone competenti e pronte a impegnarsi. E soprattutto serve denaro. Ecco perché sono pochi i club avviati. Abbiamo dovuto raccogliere 250’000 euro di fondi privati, perché nessuna banca investe in questo genere di attività e non è prevista nessun altra forma di sostegno. Tutto deve essere finanziato privatamente. Inoltre bisogna trovare persone qualificate disposte a prendersi il tempo necessario per iniziare”.

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