In Croazia sabato è stata giornata di lutto nazionale in memoria delle vittime del terremoto di magnitudo 6.4 che il 29 dicembre scorso ha colpito una regione a 50 km circa a sud di Zagabria, devastando buona parte dei centri abitati di Petrinja, Sisak, Glina, Majske Poljane e altri villaggi vicini e provocando sette morti, una trentina di feriti e enormi danni materiali.
Le persone rimaste senza casa sono alcune migliaia. Si calcola che più di 2'000 edifici nella zona siano stati danneggiati, anche nella capitale Zagabria, dove danni hanno subito le sedi di governo e parlamento. Zagabria era stata colpita già lo scorso 22 marzo da un terremoto di magnitudo 5.5 che aveva provocato gravi danni al centro storico della città.
Dopo il sisma del 29 dicembre, altre scosse di intensità minore si susseguono quotidianamente nella regione del cratere, dove sono in corso le operazioni di soccorso e assistenza agli sfollati da parte di protezione civile, Croce rossa e squadre di soccorritori giunte anche da altri Paesi, che inviano aiuti umanitari.
Aiuti alla Croazia arriveranno anche dall'Unione europea, alla quale il Paese ex jugoslavo ha aderito nel luglio 2013, ultimo stato a entrare nella Ue. In questi giorni le zone terremotate sono state visitate dai massimi dirigenti croati, compresi il presidente Zoran Milanovic e il premier Andrej Plenkovic. Intanto verso le 19 una nuova scossa di assestamento di magnitudo 3,5 è stata avvertita a Petrinja