È una visita storica. Grazie al ruolo giocato dal Pontefice nella negoziazione tra Cuba e Stati Uniti, nel luglio scorso hanno riaperto le rispettive ambasciate. Prima di importanti visite, in passato il Governo cubano ha concesso amnistie a prigionieri politici o in carcere per delitti minori.
Scatenando critiche di dissidenti dentro e fuori l'isola, nel giugno scorso il cardinale Ortega all’Avana ha dichiarato che a Cuba non ci sono più prigionieri politici. Il cardinale, che è stato lui stesso prigioniero dal 1966 al 1967, si è più volte distinto per aver parlato a favore di prigionieri politici.
In risposta, Elisadro Sanchez, fondatore della commissione cubana riconciliazione nazionale e diritti umani, ha pubblicato una lista di 60 prigionieri politici.
Nel frattempo i dissidenti temono si ripeta la repressione che anticipò la visita di Papa Benedetto XVI nel 2012, con arresti o isolamento da mezzi di comunicazione, per prevenire contatti con il pontefice.
Laura Daverio