A Cuba è "in consultazione" fino a novembre una nuova Costituzione, che dall'anno prossimo dovrebbe sostituire quella del 1976. Il referendum sul nuovo testo è previsto in febbraio. Caratterizzano il progetto molte novità, soprattutto in ambito economico e sociale, mentre il sistema politico dovrebbe restare a partito unico.
Fra le innovazioni: maggior spazio all’economia di mercato; l’introduzione della proprietà privata dei mezzi di produzione; più ampie possibilità per gli investimenti esteri ma anche miglior tutela dei diritti fondamentali della persona. In tal senso va anche la possibilità di estendere il matrimonio alle coppie di persone dello stesso sesso, su cui si discute molto.
L'Assemblea nazionale all'Avana
Senza clamori ma con un certo fermento, Cuba si riforma. Oggi l’isola caraibica deve gran parte del suo PIL al turismo internazionale e non vive più le severe ristrettezze economiche del “Periodo especial”, cominciato nel ’90, con la fine degli aiuti dall’Unione Sovietica. Il Paese, però, ancora non è in grado di soddisfare tutti i bisogni primari della popolazione e necessita di soluzioni nuove per farlo. Non solo: dallo scorso aprile a tenere le redini dello Stato non c’è più un Castro (prima Fidel, poi Raul), né un esponente della generazione che fece la rivoluzione.
Ora i cubani partecipano ai dibattiti nei luoghi di lavoro e nei quartieri per suggerire modifiche o aggiunte alla carta fondamentale. “La popolazione – ci dice Eduardo Torres Cuevas, direttore della Biblioteca Nazionale e uno degli estensori del testo – non è apatica rispetto ai propri interessi, ed è cosciente che dalla nuova Costituzione dipenderanno molti fattori fondamentali per la convivenza sociale”.