Reportage

Damasco, dentro la fabbrica del captagon

In una villa alle porte della capitale controllata dall’esercito di Assad, lungo il confine col Libano, veniva prodotta questa droga che spopola in Medio Oriente

  • Oggi, 05:51
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Il magazzino contenente il captagon

  • Luca Steinmann per RSI Info
Di: Luca Steinmann (dalla Siria) 

Damasco. Vista dall’esterno appare come una delle tante lussuose ville di pietra chiara che, una di fianco all’altra, si arrampicano sulla collina che domina il villaggio di Ras al-’Ayn, lungo il confine con il Libano. Una fila di alti cipressi impedisce di vedere cosa avvenga all’interno. “Li hanno piantati i soldati della Quarta Divisione Corazzata quando due anni fa hanno espropriato la casa” racconta Aisha, la governante di numerose abitazioni di questa zona “da allora non siamo più potuti entrare né abbiamo saputo cosa succedesse lì dentro finché, con la caduta del regime, abbiamo scoperto che veniva prodotto il captagon”.

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Uomini armati all'ingresso della villa.

  • Luca Steinmann per RSI Info

Il captagon è una piccola ed economica pastiglia composta da uno psicostimolante sintetico a base di anfetamina o metanfetamina la cui produzione è esplosa negli ultimi anni in Siria, soprattutto nei territori controllati da Assad. Da lì, passando anche attraverso le zone in mano ai gruppi armati a lui ostili, veniva esportato in tutto il Medio Oriente, scatenato un’epidemia di abuso di droghe nei ricchi Paesi del Golfo. Gli investigatori sostengono che la sua produzione fosse sia una fonte di guadagno per il regime, sia uno strumento per fare pressione sugli altri Paesi per liberare la Siria dall’isolamento diplomatico in cui si trovava dal 2011. A gestirne gran parte della produzione e del traffico sarebbero state organizzazioni controllate direttamente da Maher al- Assad, fratello minore di Bashar. Era lui a guidare la Quarta Divisione Corazzata che, come racconta Aisha, aveva occupato la villa. 

Oggi il suo ingresso è pattugliato da un manipolo di uomini pesantemente armati: sono siriani, turchi, uzbeki e tagiki e portano quasi tutti lunghe barbe rasate all’altezza dei baffi. Sono i miliziani di Hayat Tahrir al Sham, l’organizzazione derivata dalla filiale siriana di al Qaeda che oggi controlla gran parte del Paese. Seguendoli all’interno della villa ci mostrano come questa da luogo abitativo fosse stata trasformata in un grande centro di produzione e stoccaggio di droga. Il pavimento è ricoperto di migliaia di piccoli involucri bianchi, ognuno dei quali conteneva una pastiglia di captagon. Grossi magazzini ospitano contenitori, taniche e pesanti sacche contenenti i materiali per la produzione come caffeina, paracetamolo e catrame. Alcuni sacchetti sono ancora colmi di involucri con dentro le pasticche. 

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Involucri per contenere pillole di captagon

  • Luca Steinmann per RSI Info

Oggi Aisha abita ancora nella baracca di fronte ai cipressi e si occupa delle abitazioni adiacenti. La maggior parte dei loro proprietari sono ricchi siriani fuggiti all’estero a causa della guerra e della crisi economica. Quella diventata centro di produzione del captagon appartiene ad un businessman ora residente in Qatar che era stato provato della sua proprietà. “Vedevamo i camion entrare ed uscire regolarmente” continua Aisha “sapevamo che la Quarta Divisione Corazzata aveva stretti rapporti con Hezbollah e pensavamo che questo fosse deposito di armi che arrivavano dal Libano”. Qualche ora prima che il regime capitolasse gli uomini che lavoravano al suo interno hanno rapidamente raccolto le proprie cose e sono fuggiti verso la cima della montagna. In direzione del Libano. 

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Pastiglie di Captagon

  • Luca Steinmann per RSI Info

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