Un business che vale miliardi

Captagon, la droga che ha fatto della Siria un narcostato

Il Paese arabo era al centro della produzione e del traffico di questa metamfetamina - Un business nel quale anche gli apparati governativi avevano le mani in pasta - E ora che succederà?

  • Oggi, 10:29
  • 2 ore fa
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Un'immagine scattata lo scorso 12 dicembre di un combattente siriano con in mano un pacco di captagon, trovato in una presunta fabbrica fuori Damasco

  • Reuters
Di: Leonard Flach (SRF)/Ludovico Camposampiero (RSI) 

Il commercio di Captagon su larga scala ha fruttato ingentissime somme in quella che era la Siria di Bashar Al Assad, facendo di questo Paese il più attivo nella produzione e compravendita di questa droga sintetica (nome ufficiale: fenetillina). Come per tutte le attività illegali, non esistono cifre ufficiali ma vari studi suppongono che le pillole di questa metamfetamina rappresentassero l’esportazione più importante della Siria.

Con il recente rovesciamento del regime di Al Assad, la portata del business sta ora diventando più evidente. Per esempio, una “enorme quantità di Captagon” è stata scoperta sul terreno della base aerea siriana di Masseh, come hanno riferito i combattenti della milizia islamista HTS a varie agenzie di stampa durante le visite guidate al sito, ricorda il sito della SRF in un articolo dedicato al tema.

Cos’è il Captagon? Oltre 60 anni fa, un’azienda farmaceutica tedesca ha sviluppato questo stimolante. Si tratta di un farmaco psicoattivo per la narcolessia (la “malattia del sonno”, ndr) che favorisce le prestazioni e la concentrazione. In passato, la metamfetamina è stata ripetutamente utilizzata come agente dopante nello sport. Gli esperti avvertono che questa sostanza può creare rapidamente dipendenza.

Produzione sotto il controllo dei parenti di Assad?

Per anni, gli investigatori internazionali hanno considerato la Siria uno dei maggiori produttori mondiali di Captagon, raccogliendo prove sul coinvolgimento – se non di Bashar Al Assad stesso – di persone vicine agli apparati nonché al fratello dell’ex presidente, Maher Al Assad. Sarebbe stato lui, che era anche generale e comandante della 4° divisione corazzata che aveva il compito di proteggere il governo, il responsabile di vari siti di produzione, stando a vari report e a un’inchiesta giornalistica del New York Times.

Inoltre, gli Stati Uniti hanno sanzionato lo scorso anno alcune figure di spicco degli apparati siriani proprio per il loro presunto coinvolgimento nel commercio di captagon. Un commercio che il Tesoro americano stimava in “alcuni miliardi di dollari”. Washington aveva così sanzionato, tra gli altri, due cugini di Bashar Al Assad e un uomo, Khalid Qaddour, ritenuto uno stretto collaboratore di Maher Al Assad nonché “produttore chiave di droga e facilitatore” nella produzione di captagon in Siria.

Recentemente, anche Reuters ha avuto accesso in quello che le nuove autorità siriane ritengono fosse un sito di produzione, nei dintorni della capitale Damasco.

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Combattenti siriani in una presunta fabbrica di captagon, fuori damasco

  • Reuters

Quanto è diffusa la droga?

Negli ultimi anni, la pillola di anfetamina ha invaso ampie zone del mondo arabo, dall’Iraq al Golfo e al Marocco. In passato l’Arabia Saudita era considerata il più grande mercato di vendita. Lì il Captagon è la droga delle feste dell’élite ricca e in alcuni casi è meno tabù dell’alcol. Tuttavia, secondo quanto riferito, anche altre fasce della popolazione si fanno di questa sostanza che migliora le prestazioni.

La Germania come hub internazionale?

Un team di investigazione di vari media tedeschi, tra cui BR, MDR, RBB, SWR, “Frankfurter Allgemeine Zeitung” e Mediengruppe Bayern, ha trascorso diversi mesi a indagare sul commercio di Captagon. Il materiale investigativo riservato è stato visionato e analizzato da esperti.

Le analisi mostrano che la Germania è sempre più al centro del commercio e della produzione di Captagon. Lo dimostra anche un recente caso giudiziario ad Aquisgrana. Diversi uomini di origine siriana sono accusati di aver spedito grandi quantità di droga dalla Germania all’Arabia Saudita, al Bahrein, al Qatar e all’Australia. Gli investigatori doganali li hanno rintracciati e hanno confiscato pillole nascoste in tavoli, tapparelle, stufe e cilindri dei freni.

Un mezzo della politica estera siriana?

Secondo Hesham Alghannam del think tank Carnegie Middle East Center, Assad “ha utilizzato il commercio di Captagon anche per esercitare pressioni sugli Stati del Golfo affinché reintegrassero la Siria nel mondo arabo”, anche prima della caduta del regime siriano. Il Captagon aveva scatenato un’epidemia di abuso di droghe nei ricchi Paesi del Golfo mentre Assad cercava un modo per porre fine al suo isolamento diplomatico all’indomani dello scoppio della guerra civile nel 2011. Secondo Hesham Alghannam, la strategia ha avuto successo: la Siria è stata riammessa alla Lega Araba nel 2023.

Cosa succederà dopo?

Negli ultimi anni, la Siria ha prodotto milioni di pillole di Captagon. Ora tutto questo dovrebbe finire. Secondo diversi rapporti, i ribelli hanno iniziato a bruciare montagne di Captagon. “Perché danneggia il popolo”, ha dichiarato un combattente della milizia islamista HTS all’agenzia di stampa AFP. Non è ancora chiaro in che misura la produzione e il commercio si sposteranno eventualmente in altri Paesi.

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Pillole di captagon in una presunta fabbrica fuori Damasco

  • Reuters

L’addentellato ticinese

Il commercio di questa sostanza prodotta in Siria ha anche un addentellato ticinese. Un 45enne italiano residente nel Luganese era infatti finito sotto inchiesta dopo che milioni di pastiglie erano state sequestrate, nel 2020, in una nave presso il porto di Salerno. Le pastiglie, partite dalla Siria, erano destinate alla Libia. L’uomo era sospettato di essere al centro di questo imponente traffico e per questo era stato condannato lo scorso anno, in Italia, a 10 anni di carcere.

Un business difficile da quantificare

L’ampiezza della produzione e commercializzazione del Captagon dalla Siria è difficile da quantificare. “Le stesse attività di intelligence non riescono a quantificare la cifra”, spiega ai microfoni del telegiornale della RSI Franco Posa, criminologo ed esperto di medical Intelligence. Posa, inoltre, palesa dubbi in merito all’effettiva chiusura in Siria di questa fonte di reddito: “Si paga un dollaro per produrre una compressa e la si rivende a 16 o 17 dollari: il guadagno è immediato e altissimo, questa fonte di reddito non è sostituibile”.  

Gli apparati del regime e il regime stesso, come scritto, sono stati collegati da più fonti alla produzione di questo stimolante, ma in passato anche altri gruppi, tra cui lo Stato islamico o gli Hezbollah libanesi, avevano avuto a che fare con il consumo o la produzione di questo farmaco.

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Il tesoro della droga di Assad in fiamme

Telegiornale 11.12.2024, 20:00

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