Il datagate che ha travolto Facebook si arricchisce di nuove rivelazioni, con la comparsa sulla scena di Steve Bannon. Il programma per la raccolta di dati sul social network, infatti, fu avviato dalla Cambridge Analytica sotto la supervisione del controverso ex stratega di Donald Trump. Lo ha dichiarato Chris Wylie (la "talpa" che ha rivelato lo scandalo) al Washington Post.
Wylie sostiene che Bannon (già numero uno del magazine ultraconservatore Breitbart News) tre anni prima del suo incarico alla Casa Bianca cominciò a lavorare a un ambizioso programma: costruire profili dettagliati di milioni di elettori americani su cui testare l'efficacia di molti dei messaggi populisti che furono poi alla base della campagna elettorale del tycoon. "Bannon approvò nel 2014 una spesa di circa un milione di dollari per acquistare dati personali raccolti anche su Facebook", spiega Wylie.
La vicenda, lo ricordiamo, riguarda la sottrazione dei dati di 51 milioni di utenti, raccolti attraverso l'app "thisisyourdigitallife" della Global Science Research (GSR) e venduti alla Cambridge Analytica, per influenzare, secondo le accuse, il voto su Trump e Brexit.
ATS/M. Ang.
Big data, lo scandalo si allarga
Telegiornale 21.03.2018, 13:30
RG 07.00 del 21.03.2018 - La corrispondenza di Emiliano Bos
RSI Info 21.03.2018, 08:28
Datagate, Bannon la "mente"
RSI Info 21.03.2018, 13:54