Nancy Pelosi, che alla Camera dei rappresentanti guida i democratici, ha affermato mercoledì che l'esautorazione di Donald Trump non è una questione prioritaria per il suo gruppo.
Secondo lei è infatti preferibile, qualora il partito riconquistasse la maggioranza nelle elezioni di metà mandato in programma fra tre mesi, condurre un'azione di vigilanza e garantire che il procuratore Robert Mueller, a cui è stata affidata l'inchiesta per le sospette ingerenze russe nella campagna elettorale per le presidenziali statunitensi, possa finire il suo lavoro. "Se emergeranno informazioni in quest'ambito, vedremo come agire", ha detto la deputata.
Nel paese ferve il dibattito su cosa rischi l’inquilino della Casa Bianca dopo che il suo ex avvocato Michael Cohen ha ammesso, tra l’altro, d’aver comprato il silenzio delle due donne che avrebbero avuto una relazione con l’allora suo cliente, per evitargli danni d’immagine.
Sebbene la Costituzione non lo vieti, secondo le linee guida del Ministero della giustizia, un presidente in carica non può essere perseguito penalmente per tale comportamento. Per quanto comunque difficile da imboccare, la strada più praticabile per mettere sotto accusa il capo dello Stato nel pieno del suo incarico sarebbe quindi quella politica dell’”impeachment”.
ANSA/dg