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Due anni, ma quale Brexit?

I favorevoli al divorzio restano in maggioranza, ma il futuro è una scommessa al buio

  • 23 giugno 2018, 16:42
  • 23 novembre, 01:05
02:41

La marcia anti-Brexit

RSI/Lorenzo Amuso 23.06.2018, 16:39

Superati indenni i mille tranelli parlamentari per l’approvazione definitiva della legge quadro sulla Brexit, Theresa May deve affrontare un’altra emergenza. Gigantesca, in termini di entrate erariali (1,6 miliardi di sterline all’anno) e di occupazione (oltre 110’000 lavoratori). Airbus, costruttore europeo di aeromobili, minaccia di lasciare il Regno Unito qualora i negoziati con Bruxelles non si concluderanno con un accordo. Un divorzio scomposto, che - allo stato attuale delle trattative - appare come una soluzione se non proprio probabile, certamente plausibile.

Aspetta e osserva

Sorretta da una maggioranza quanto mai instabile, ostaggio delle opposte fronde dell’esecutivo, finora la premier si è barcamenata in estenuanti equilibrismi. Affidandosi all’unica strategia possibile per sopravvivere: “Aspettare ed osservare”, per evitare accuratamente qualsiasi decisione che potesse costarle il premierato. Ma a nove mesi dal divorzio ufficiale (29 marzo 2019), nel secondo anniversario del voto che ha sancito la Brexit, ancora non è chiaro quale futuro attenda il paese. Restano troppi i punti irrisolti (unione doganale, confine irlandese su tutti) per immaginare un’intesa con l’Unione prima dell’estate. E anche l’autunno, termine ultimo prima delle ratifiche dei rispettivi Parlamenti, comincia ad apparire come una scadenza pericolosamente ravvicinata.

Scommessa al buio

Il percorso tortuoso verso la Brexit alimenta le speranze di chi - anche oggi - ha sfilato per le vie di Londra contro lo strappo dall’Europa. Un movimento ampio, trasversale, ma che resta - almeno secondo i sondaggi - minoritario nel Regno. Nonostante un orizzonte economico incerto, la svalutazione della sterlina, la riduzione del PIL del 2%, il fronte del “Leave” rimane in vantaggio. Incurante della fuga minacciata da Airbus, BMW e di altri giganti industriali. Indifferente verso la carenza di braccianti che rischia di paralizzare l’agricoltura britannica. Interi settori, come quello ospedaliero, già sono in sofferenza per la flessione di nuovi arrivi, e l’impennata di partenze. Ma se il presente è carico di incertezze, il futuro assomiglia ad una scommessa al buio.

Lorenzo Amuso

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