Ritratto

Ecco chi è Jordan Bardella, il rampollo dell’estrema destra francese

Giovanissimo e di bella presenza, popolare su TikTok e mago del dibattito, il 29enne presidente dell’RN potrebbe governare il Paese

  • 12 giugno, 09:31
  • 13 giugno, 09:36
Jordan Bardella

Jordan Bardella

  • Keystone
Di: Ludovico Camposampiero

La notizia ha rimbombato in tutto il mondo: in Francia il presidente Emmanuel Macron ha sciolto l’Assemblea nazionale (la Camera più importante del Parlamento) e indetto nuove elezioni legislative, dopo che il partito di estrema destra Rassemblement National ha stravinto le europee, doppiando letteralmente il campo della maggioranza presidenziale. Uno shock.

Il successo di RN è dovuto a molti fattori (il partito nazional-populista da anni ha cercato, riuscendoci, di fare breccia nell’elettorato sui temi legati all’immigrazione, al potere d’acquisto e alla “meno” Europa), compreso il carisma del giovane rampollo della destra radicale bleu-blanc-rouge: quel Jordan Bardella dal volto glabro e dall’aspetto ben curato, che potrebbe anche diventare a breve premier – portando così per la prima volta l’estrema destra a governare il Paese – se il suo partito dovesse essere nuovamente premiato alle elezioni parlamentari che si terranno tra giugno (primo turno) e luglio (secondo).

Ma, chi è Jordan Bardella? Proviamo a tratteggiarne un agile ritratto, senza pretesa di esaustività.

L’infanzia in periferia e la vicinanza al “Partito Le Pen”

Classe 1995, nasce nella periferia parigina di Seine-Saint-Denis da genitori di origini italiane. Segnato dai disordini verificatisi negli anni in “banlieue”, si iscrive all’età di 17 anni all’allora Front National (FN) di Jean-Marie Le Pen (quello de: “Le camere a gas sono state un dettaglio della storia”). Da quel momento la sua carriera politica sarà folgorante: molla gli studi universitari (si era iscritto a geografia) per dedicarsi al partito e dopo un po’ di gavetta, nel 2019, diventa il capolista alle elezioni europee.

Non si ferma e nel 2022, a soli 27 anni, viene eletto presidente di quello che nel frattempo è divento il Rassemblement National di Marine Le Pen, figlia del fondatore di FN che nel corso degli anni si è allontanata sempre più dal padre portando avanti quella che in Francia viene chiamata l’opera di “dediabolisation” (dediabolizzazione, ndr.), cambiando tuttavia più nella forma che nella sostanza. Bardella succede così alla sua mentore Marine, diventando il primo leader del partito a non fare direttamente parte della famiglia Le Pen.

Lui e Marine Le Pen sono una sorta di tandem: lei ha ambizioni presidenziali, ci era andata vicino alle scorse elezioni, salvo poi essere sbaragliata al secondo turno da un Macron che ha coagulato voti da ogni schieramento, ma erogati in chiave anti-estrema destra, più che legati all’accettazione del suo programma politico. Per questo che attualmente Le Pen non sta rubando la scena al giovane e possibile futuro capo del Governo, che anzi tiene in palmo di mano.

Marine Le Pen e Jordan Bardella

Marine Le Pen (a sinistra) e Jordan Bardella

  • Keystone

Successo su TikTok e assenteismo a Strasburgo

Jordan Bardella potrebbe tuttavia rubarle lui la scena? È ancora troppo presto per dirlo, ma una cosa è certa: con oltre un milione di follower su TikTok, è una star dei social. È molto popolare tra (alcuni) giovani ed è un mago del dibattito televisivo, basando la sua retorica sui cavalli di battaglia della destra dura e pura: zero immigrazione, approccio ultra securitario ai problemi di ordine pubblico, ritorno dei controlli alle frontiere e tutela dell’identità nazionale (qualsiasi cosa voglia dire).

Eletto in precedenza a Strasburgo, si è distinto per assenteismo al Parlamento europeo, tanto che chi è critico nei suoi confronti lo accusa di passare più tempo a rafforzare la sua immagine pubblica, piuttosto che sviluppare e portare avanti un vero e proprio programma politico.

Sarà lui il prossimo primo ministro e l’RN otterrà davvero la maggioranza all’Assemblea nazionale? Lo si scoprirà all’indomani del secondo turno (il 7 luglio): una cosa è certa, la vittoria dell’estrema destra alle europee ha portato la “gauche” francese a unirsi come non succedeva da decenni. Dopo essersi detti peste e corna nelle ultime settimane, socialisti, comunisti, verdi ed esponenti de La France Insoumise dovrebbe presentare solo candidati comuni alla Legislative.

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