Un terremoto. L’esito delle urne ha inferto un colpo mortale al partito del Presidente Emmanuel Macron che, preso atto del trionfo del Rassemblement National di Marine Le Pen, ha sciolto le camere e indetto elezioni anticipate per il 30 giugno e il 7 luglio. “In tempi di incertezza – ha spiegato il capo di Stato – serve una maggioranza chiara per scrivere la storia e non subirla”. Un colpo di scena che apre a una probabile coabitazione con il capolista del partito lepenista Jordan Bardella, che ha raccolto il 31,3%. Quello macronista invece si è fermato al 14,6%, tallonato dai socialisti risorti con il 13,8%, ormai leader di una sinistra presentatasi però divisa al voto, e che rischia di rimanerlo.
In ogni caso, si tratta di un successo storico per Marine Le Pen che aspira all’Eliseo, nel 2027: “Queste elezioni – ha dichiarato Le Pen - ci consacrano come la grande forza dell’alternanza. Siamo pronti a governare, a raddrizzare le sorti del Paese, a difendere gli interessi della Francia, a finirla con l’immigrazione di massa, a difendere in priorità il potere d’acquisto dei francesi e a reindustrializzare il Paese. Lo scioglimento delle camere è un messaggio ai dirigenti di Bruxelles: la vittoria dei patrioti indica il ritorno delle nazioni, della protezione e mette fine alla mondializzazione. E’ l’aurora di un nuovo giorno per tutte le nazioni e i popoli d’Europa”.
Si tratta soprattutto del fallimento di Macron che fa i conti con l’usura e l’impopolarità indotta da riforme contestate, approvate ignorando il fatto di essere stato eletto nel 2022 anche con i voti dell’elettorato di sinistra in chiave anti-Le Pen. Su tutte, quella delle pensioni, varata lo scorso anno escludendo il voto parlamentare secondo procedure costituzionali, ammutolendo l’ostilità della maggioranza dell’opinione pubblica. Il movimento di protesta degli agricoltori lo scorso inverno ha esasperato il malcontento popolare che il Presidente non è riuscito a placare durante la campagna elettorale, benché avesse trasformato in comizio ogni intervento istituzionale, incluso l’80/o anniversario dello sbarco alleato in Normandia.
Constatata la disfatta, e nonostante l’imminenza delle Olimpiadi, Macron ha deciso di azzerare il parlamento dove non disponeva della maggioranza assoluta, magari con la speranza di dimostrare l’incompetenza dell’estrema destra, mai al potere a livello nazionale, per evitarne il trionfo alle future presidenziali. Anche se ieri, dall’Eliseo emergeva la speranza di poter ribaltare lo scrutinio europeo mettendo i francesi davanti ai rischi anti-Ue e pro-russi del Rassemblement National, magari facendo leva su un ritrovato fronte anti-lepenista, corteggiando i Repubblicani (7,2%). Una prospettiva in realtà che neppure la sinistra sembra in grado di realizzare: il leader della lista socialista, Raphael Glucksmann, ha aperto infatti agli ecologisti (5,5%), e non alla sinistra radicale di Jean-Luc Melenchon, al 9,8% e già in balia di divisioni interne.
Radiogiornale delle 07:00 del 10.06.2024: il servizio di Andrea Ostinelli
RSI Info 10.06.2024, 07:11
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Francia: trionfa il Rassemblement National
Telegiornale 10.06.2024, 12:30