Le elezioni per il Parlamento europeo in Germania hanno bocciato chiaramente i partiti di governo, mentre quelli all‘opposizione hanno fatto registrare passi in avanti. Come da previsione l’Alternative für Deutschland (AfD), formazione di estrema destra nata solo undici anni fa, ha ottenuto i maggiori progressi, diventando il secondo partito a livello nazionale e il primo nelle regioni di quella che era la vecchia DDR. Nonostante i recenti scandali che hanno coinvolto i due candidati di punta, Maximilian Krah e Peter Bystron, l’AfD ha raggiunto il 16% dei consensi, dietro al maggiore partito di opposizione, la CDU di Friedrich Merz, prima con il 30% (insieme con la sorella bavarese CSU). Perdita netta per i partiti della cosiddetta Coalizione semaforo guidata dal cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, col la SPD ferma al 14%, i Verdi al 12% e i Liberali della FDP al 5%. Particolarmente evidente la sconfitta dei Grünen, che perdono quasi 9 punti rispetto alle elezioni precedenti. Tra i vincitori della tornata elettorale, oltre a CDU e AfD, anche il BWS (Bündnis Sarah Wagenknecht) partito fondato da un paio di mesi dalla ex leader della sinistra della Linke, che ha raccolto il 6%.
Speciale elezioni europee: focus sull'AFD in Germania
Telegiornale 02.06.2024, 20:00
Ruolo polarizzante
Il dato più significativo del voto è senz’altro la conferma che la AfD è una forza ormai consolidata nello spettro politico tedesco, capace in poco più di dieci anni di superare quello che era il maggior partito di massa in Germania, quello socialdemocratico, e di affermarsi come il più grande attore nei Länder orientali, certificando che esiste ancora una profonda divisione politica tra le due parti del paese a quasi trentacinque anni dal crollo del Muro di Berlino. Nonostante la sua breve storia e i molti scandali che l’hanno colpita, l’Alternative für Deutschland è riuscita a raccogliere sempre più consenso: da una parte grazie al suo ruolo polarizzante e alle sue caratteristiche estremistiche durante gli ultimi anni di crisi (migratorie, economiche, pandemiche e belliche); dall’altro a causa dell’insufficienza delle risposte dei vari governi (prima quelli di Angela Merkel poi di Scholz) di fronte ai problemi interni e internazionali. Passata dal 2013 attraverso varie leadership fino a quella del duo attuale, Alice Weidel e Tino Chrupalla, l’AfD ha trovato il successo più attraverso la definizione dei temi dell’agenda politica, con le relative soluzioni populistiche, che non con le personalità al suo vertice.
Anomalia populista
Rispetto al modello dei tradizionali partiti populisti, legati inizialmente in maniera indissolubile ai loro leader carismatici, sia quelli storici degli anni Novanta, come la Lega di Umberto Bossi o Forza Italia di Silvio Berlusconi in Italia oppure il Rassemblement National di Jan Marie Le Pen in Francia, che i più moderni come quelli di Victor Orban in Ungheria o Gert Wilders nei Paesi Bassi, l’Alternative für Deutschland costituisce infatti da questo punto di vista una sorta di anomalia: in Germania e in Europa da subito è stato il marchio AfD a contare più dei segretari di partito. Anche per questo gli scandali che hanno toccato Krah e Bystron non hanno ha avuto effetto nel risultato europeo; se l’AfD è rimasta sotto le aspettative che le venivano assegnate qualche mese fa, lo deve più che altro al nuovo partito di Sarah Wagenknecht, che se a livello nazionale ha raggiunto il 6%, nelle regioni dell’est addirittura il 13%, terzo partito dietro alla stessa AfD (27%) e alla CDU (20%). Il BWS ha raccolto molti elettori in uscita dalla Linke, ma anche eroso parte dell’elettorato degli altri partiti, destra estrema compresa.
Appuntamento a settembre
In autunno si voterà in tre grandi regioni orientali, Turingia, Brandenburgo e Sassonia: l’AfD, anche alla luce del risultato ottenuto alle europee, si pone come il partito da battere e con il quale gli altri dovranno in un modo o nell’altro fare i conti per la formazione dei rispettivi governi regionali. La debolezza del governo centrale, tra la popolarità di Scholz sempre in discesa, il tracollo dei verdi, con il superministro dell’Economia Robert Habeck e quella degli Esteri Annalena Baerbock principali indiziati colpevoli, e l’inconsistenza della FDP, con l’isolamento del ministro delle Finanze Christian Lindner, ha preparato il terreno all’avanzata delll’Alternative für Deutschland, che in assenza di terremoti a Berlino si avvicina all’appuntamento autunnale con la quasi certezza di fare un’altra volta man bassa.