Guerra in Ucraina

Zelensky forte dentro l’Ucraina e debole fuori

Il presidente ha riguadagnato sostegno interno dopo il disastro diplomatico alla Casa Bianca - I suoi avversari affilano le armi in vista di elezioni, forse già in estate

  • Oggi, 05:44
  • Oggi, 08:35
654212910_highres.jpg

Volodymyr Zelensky

  • keystone
Di: Stefano Grazioli 

Dallo scorso febbraio, da quando cioè è iniziato il tentativo di riavvicinamento tra Russia e Stati Uniti dopo il primo colloquio telefonico tra Vladimir Putin e Donald Trump, i rating del presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno iniziato a risalire. L’impennata è arrivata dopo l’incontro alla Casa Bianca, terminato in un vero e proprio disastro diplomatico: a Kiev l’evidente peggioramento dei rapporti con Washington e la posizione di debolezza oggettiva sul tavolo delle trattative si sono trasformati in un sostegno maggiore per il capo di Stato. I sondaggi fatti dai diversi istituti di ricerca nelle scorse settimane hanno fatto registrare un aumento netto della fiducia nei confronti di Zelensky, ritornato a circa il 70% dei consensi. Si è invertita insomma quella tendenza che durava dal 2023, da quando la promessa di una controffensiva mirata a ricacciare le forze russe fuori dalla Crimea e dal Donbass era finita nel nulla.

01:58

Trump fa pressione su Ucraina e Russia

Telegiornale 31.03.2025, 12:30

Il destino del presidente appeso all’esito dei colloqui russo-statunitensi

Di fronte alla successiva avanzata delle truppe di Mosca sul fronte orientale e al fallimento dell’operazione di Kursk nel 2024, il presidente ucraino aveva iniziato a traballare anche sul fronte interno; costretto a riporre nel cassetto il cosiddetto piano della vittoria presentato l’autunno dello scorso anno e perso l’appoggio sostanziale degli Stati Uniti con l’arrivo di Trump, Zelensky ha risalito però la china in questa primavera proprio a causa del nuovo quadro creatosi con il cambiamento a Washington. Il supporto interno rilevato tra l’elettorato non corrisponde comunque a un rafforzamento sul versante esterno, dove il presidente rimane di fatto in attesa di quello che Russia e USA saranno in grado di concordare per incanalare il conflitto sul binario della pacificazione. E il destino politico di Zelensky rimane appeso dunque a come si svilupperanno i negoziati e soprattutto a quali saranno gli esiti per l’Ucraina. A Kiev i poteri forti si stanno in ogni caso preparando al possibile cambiamento, se un accordo per il cessate il fuoco portasse alle elezioni presidenziali e parlamentari già nei prossimi mesi.

Elezioni presidenziali già in estate?

Zelensky è stato eletto nel 2019 e la guerra ha impedito lo svolgimento del voto secondo scadenza nel 2024: le elezioni saranno quindi tenute quando sarà possibile, vale a dire quando almeno una tregua duratura sarà in vigore, senza il rischio di crollare da un momento all’altro. Sia a livello interno che nella cornice internazionale esse costituiscono una tappa fondamentale nel percorso postbellico di ridefinizione degli equilibri politici, con Zelensky che se da un lato al momento ha riconquistato la fiducia di buona parte dell’elettorato, dall’altro non gode apparentemente né di quella di Trump né tanto meno di quella di Putin: i problemi tra la Bankova, la sede presidenziale di Kiev, e la Casa Bianca erano già evidenti con Joe Biden e ora sono aumentati; per il Cremlino Zelensky non è un presidente legittimo e Mosca ha sempre puntato al cambio di regime. Se le trattative incrociate in corso fra Russia, USA e Ucraina, con l’Unione Europea a fare da spettatrice, producessero un’intesa nel breve periodo, entro la fine della primavera, le elezioni potrebbero tenersi già alla fine dell’estate o in autunno. Al momento questa è un’ipotesi che viene ritenuta realistica e a Kiev ci si sta apprestando all’evenienza.

555747244_highres.jpg

L'oligarca ed ex presidente Petro Poroshenko

  • keystone

Zaluzhny, Poroshenko e il ritorno degli oligarchi

Proprio a causa dei sondaggi favorevoli lo stesso Zelensky sarebbe adesso più propenso al voto, rispetto a un paio di mesi fa, quando la popolarità era in discesa. Da una parte la propria risalita e dall’altra la non discesa in campo di quello che è considerato il suo rivale più importante, il generale Valery Zaluzhny, ex comandante delle Forze armate ora ambasciatore a Londra, hanno fatto sì che la prospettiva si sia spostata. Zaluzhny è la figura ancora più popolare tra gli elettori ucraini e le Forze armate godono di molta più fiducia di quanto non ne abbiano presidente e Parlamento, ma sino a che deciderà di stare ai margini, è evidente che la strada per Zelensky rimane in discesa, almeno in apparenza.

556550980_highres.jpg

Valery Zaluzhny quando era al comando dell'esercito. Oggi è ambasciatore a Londra

  • keystone

Sino ad ora eventuali candidati forti non ce ne sono e i pretendenti come l’oligarca Petro Poroshenko, presidente tra il 2014 e il 2019, non appaiono in grado di poter competere per l’ingresso alla Bankova. Ma i poteri dietro le quinte si stanno posizionando, anche in vista delle elezioni per il Parlamento, dove il partito di Zelensky, Servitore del popolo, non otterrà certo il successo dell’ultima volta e la maggioranza alla Rada sarà essenziale per il governo del Paese, in appoggio o meno al capo di Stato. I vari Rinat Akhmetov e Igor Kolomoisky, che si sono sempre immischiati negli affari politici anche in prima persona, rimangono insieme con tutti gli altri esponenti dell’oligarchia economica i principali attori in grado di determinare gli esiti delle campagne elettorali in Ucraina; è probabile, come accaduto per lo stesso Zelensky ormai sei anni fa, che le reciproche consultazioni della vigilia daranno già le indicazioni di quali potranno essere i nuovi equilibri, suggeriti anche da chi esternamente cercherà di far valere i propri interessi, tra Mosca e Washington.

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare