Nuovo crollo per le Borse, oggi, lunedì, dopo l’entrata in vigore dei dazi imposti dagli Stati Uniti, mentre i contratti a termine lasciavano presagire un nuovo crollo a Wall Street che apre solo quando sarà pomeriggio in Europa. Le Borse di Tokyo, Seoul, Sydney, Taiwan e Hong Kong sono di nuovo precipitate, dopo il crollo dello scorso venerdì, facendo presagire un lunedì nero sui mercati mondiali.
Dopo essere crollato dell’8% all’apertura, il Nikkei, il principale indice della borsa di Tokyo, perdeva il 6,47% a 31.591 punti verso le cinque (ora svizzera), mentre l’indice Topix allargato perdeva il 6,5%. A Seul, l’indice Kospi ha perso il 4,3%, mentre a Sydney l’indice S&P/ASX 200 è sceso del 3,7%.
La borsa di Taiwan ha aperto con un crollo di quasi il 10%, mentre quella di Singapore è scesa del 7%. Chiusi a causa di un giorno festivo lo scorso venerdì, anche i mercati cinesi sono crollati: Hong Kong ha perso il 9,5%, Shanghai il 5,71% e Shenzhen il 7,83%.
Mercati in fibrillazione per i dazi
Negli scorsi giorni il presidente americano Donald Trump aveva infatti annunciato una prima ondata di dazi del 10% per tutti i partner commerciali degli Stati Uniti. Percentuale sensibilmente aumentata dal prossimo mercoledì, per decine di Paesi: particolarmente colpiti Cina con dazi al 34% (Pechino ha risposto annunciando dazi sui prodotti USA a partire dal 10 aprile pure del 34%), Svizzera (+31%) e molte altre economie asiatiche: 24% per il Giappone, 25% per la Corea del Sud, 36% per la Thailandia, 46% per il Vietnam.
In forte calo anche il mercato indiano
La Borsa di Mumbai (India) è scesa di oltre il 3% nelle prime contrattazioni di oggi, in linea con i mercati asiatici in preda al panico per l’offensiva tariffaria del presidente americano Donald Trump e la rappresaglia cinese. In apertura l’indice Nifty 50, che rappresenta le maggiori società quotate in India, è sceso del 3,55%. Il Nifty IT, che comprende i giganti tecnologici indiani, è crollato del 5,53%.
Previsto crollo alla Borsa di New York
Con l’annuncio della Cina, “è chiaro che si tratta di una guerra economica brutale”, commenta Stephen Innes, di SPI Asset Management. “Non si tratta più solo di un conflitto commerciale, ma di una revisione sistemica dell’ordine economico mondiale” le cui regole “sono in fase di smantellamento in tempo reale. Se la scorsa settimana fosse stata solo l’inizio, potremmo assistere a un bagno di sangue” sui mercati, teme l’esperto. E infatti, poco dopo la ripresa delle contrattazioni dei future (poco dopo la una di oggi, lunedì, ora svizzera), quello sul Dow Jones è sceso del 3,89%, mentre quello sull’indice S&P 500 allargato è crollato del 4,39%.
Il Dow Jones rimane su un calo del 9,26% nelle due sessioni di giovedì e venerdì e l’S&P 500 del 10,52%. In questi due giorni, la piazza americana ha cancellato circa 6’000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Wall Street non aveva conosciuto un tale terremoto dall’inizio della pandemia di coronavirus nel 2020.
Prezzo del greggio ai minimi
Il petrolio, dal canto suo, è al minimo dal 2021. Verso le cinque (sempre di oggi e in ora svizzera), il barile di petrolio americano WTI ha perso il 2,4% a 60,49 dollari. Il barile di Brent del Mare del Nord ha perso il 2,47% a 63,96 dollari. “Il morale del mercato è crollato di fronte alle crescenti paure che la guerra commerciale porti a una recessione dell’economia mondiale e a un rallentamento della domanda di petrolio”, osserva Giovanni Staunovo, analista di UBS. I paesi produttori dell’OPEC+ hanno inoltre annunciato che annulleranno i tagli alla produzione previsti per maggio.
Trump inflessibile
Il presidente americano Donald Trump è inflessibile sui dazi imposti al resto del mondo. “Abbiamo enormi deficit commerciali con la Cina, l’Unione Europea e molti altri”, ha scritto domenica Donald Trump sul suo social network Truth Social. “L’unico modo per risolvere questo problema sono i dazi doganali, che frutteranno decine di miliardi di dollari agli Stati Uniti”, ha aggiunto. “Più di 50 Paesi hanno contattato il Governo USA per ridurre le barriere doganali, i dazi e smettere di manipolare il cambio”, ha dichiarato il ministro delle finanze americano Scott Bessent al canale televisivo NBC. “Vedremo se ciò che hanno da proporre è credibile”, ha aggiunto riguardo ai partner commerciali degli Stati Uniti, “perché, dopo 20, 30, 40, 50 anni di cattivo comportamento, non si può ricominciare da zero”.
La guerra di TikTok
“Avevamo un accordo, più o meno per TikTok, non un accordo vero e proprio ma eravamo molto vicini a una soluzione. Poi la Cina ha cambiato l’accordo a causa dei dazi. Se avessi ridotto un po’ i dazi, avrebbero approvato quell’accordo in 15 minuti, il che dimostra il potere dei dazi, giusto?”: lo ha detto Donald Trump ai reporter a bordo dell’Air Force One. Donald Trump ha poi fatto sapere di aver esteso di ulteriori 75 giorni la scadenza per un accordo su TikTok.
RG 07.30 del 07.04.2025: Il servizio di Paola Latorre sulla guerra dei dazi
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