Si profila una grande incertezza in Italia dopo questa tornata elettorale che per certi versi ricorda quella dell’aprile 2006 che vide l’affermazione per un soffio di Prodi. Alla Camera quando manca una manciata di sezioni la coalizione PD-SEL supera di pochi voti (29,55% contro 29,18%) PDL e Lega e incassa il 55% dei seggi. Il centro-sinistra è primo anche al Senato per meno di un punto percentuale (31,63% contro 30,71%) ma con il riparto dei seggi a livello regionale nessuna coalizione ottiene la maggioranza.
Sorpresa Grillo
Grande balzo di Grillo che con il 25,55% dei consensi diventa il primo partito alla Camera e sorprendentemente tiene Berlusconi, primo in molte regioni chiave (Lombardia, Veneto, Sicilia, Campania e Puglia, ritenute in bilico alla vigilia) mentre non sfonda l’alleanza di centro guidata dal premier Mario Monti.
PD e SEL hanno quindi la maggioranza alla Camera alta ma solo 97 senatori mentre Berlusconi e Lega ne guadagnano 110. Il M5S di Grillo, con il 23,8% dei consensi si appresta a varcare Palazzo Madama con 48 senatori, seguito dall’alleanza di centro Monti-Casini-Fini con 18 seggi (9,1%). Delusa la Lega che si ferma appena sopra al 4% e a questo punto ripone le sue speranze nel voto regionale lombardo dove ha candidato Maroni. Discorso analogo per Rivoluzione Civile di Ingroia e Di Pietro, che resta fuori dal Parlamento.
Con questi dati non sarà sufficiente il piano B, che prevedeva l'appoggio dei centristi coalizzati attorno a Monti, per avere una maggioranza nei due rami del parlamento. In proposito il vicesegretario del PD Enrico Letta ha paventato il ritorno immediato alle urne mentre l'alleato Nichi Vendola ha aperto al movimento di Grillo. Il PDL non intende rivotare ma appare difficile la riproposizione di un governo di larghe intese sinistra-destra.
Instant poll per la Camera favorevoli al centro-sinistra
I risultati che stanno affluendo dalle urne contraddicono i precedenti dati che sono emersi dagli Instant poll alla Camera (sondaggi telefonici effettuati nel corso delle operazioni di voto su un campione di 20'000 persone) diffusi subito dopo la chiusura dei seggi. L’alleanza Bersani-Vendola (PD-SEL) veniva accredita tra il 36 e il 38% delle preferenze, davanti all'alleanza PDL-Lega (30-32%) e al Movimento 5 Stelle (M5S) fra il 17 e il 19%, creando scompiglio tra i commentatori e incertezza assoluta sull'andamento dello scrutinio. A un certo punto il centro-destra era dato in vantaggio al Senato anche nel numero di voti.
L'affluenza in calo
Si è attestata sopra al 75,2% al Senato e al 75,1 alla Camera (in calo rispetto alle politiche del 2008 quando fu dell'80,5%) l'affluenza alle urne rilevata alle 15, ora della chiusura dei seggi.
I voti di lista
Al Senato il PD è al 27,43%, il M5S al 23,79%, il PDL al 22,30%, Monti per l'Italia al 9,13%, la Lega Nord al 4,33%, SEL al 2,97%, RC all'1,79% e Fare di Giannino allo 0,90%. Alla Camera il M5S è al 25,55%, il PD al 25,41%, il PDL al 21,56%, la Lista Monti all'8,30% (UDC 1,78% e FLI 0,46%), la Lega al 4,08%, SEL al 3,20%, RC al 2,24%, FI all'1,95% e Fare 1,12%.