L'Etiopia è alle prese con la carestia. Ma questa volta è causata dagli uomini che portano avanti un conflitto che si combatte anche con l'arma della fame. L'80% dei raccolti è stato distrutto volontariamente e i soldati impediscono ai contadini di seminare. È la tattica della terra bruciata. Il Governo spera così di fiaccare i ribelli. Mentre i gruppi armati intercettano, rubano e bloccano gli aiuti internazionali. In totale sono 4 milioni le persone che hanno bisogno d'aiuto, 30'000 di queste sono bambini.
È il risultato di otto mesi di conflitto che ha spinto alla fuga oltre un milione e mezzo di persone. L'ONU ha più volte accusato le parti in causa di crimini di guerra. "350'000 persone si trovano nella cosiddetta fase cinque, vale a dire la più grave. Rischiano letteralmente di morire di fame. Un numero destinato a crescere nei prossimi mesi se non otterremo l'accesso a queste zone", ha detto Brian Lander, direttore divisione emergenze della PAM.
Una richiesta alla quale si accodano anche altre organizzazioni umanitarie che chiedono un cessate il fuoco per poter raggiungere le regioni più isolate ed evitare così una strage.