Le autorità etiopi hanno ammesso martedì che le forze armate filogovernative hanno aperto il fuoco, domenica, su un contingente dell'ONU nella regione ribelle del Tigrai. Il Governo ha anche ricordato che l'accesso umanitario alla regione, priva di rifornimenti per oltre un mese a causa del conflitto, era soggetto alla sua autorizzazione.
La squadra delle Nazioni Unite si trovata "in una zona in cui non avrebbe dovuto andare", ha dichiarato il portavoce della cellula di crisi del Governo, Redwan Hussein. Il 2 dicembre, l'ONU ha affermato di aver ottenuto un accesso umanitario illimitato da parte della autorità di Addis Abeba. Circostanza ora smentita da Hussein.
I membri di questa squadra "hanno forzato due posti di blocco per andare dove non avrebbero potuto. Al terzo posto di blocco sono finiti nel mirino dei colpi d'arma da fuoco e sono stati arrestati. Ora ovviamente sono liberi", ha dichiarato il portavoce delle autorità di Addis Abeba. Martedì a Ginevra, il portavoce dell'Alto commissariato per i rifugiati (UNHCR) Babar Baloch ha sottolineato che l'accesso al Tigrai, dove "la situazione umanitaria è sempre più critica" è "assolutamente necessario".