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Europa al bivio per la difesa ucraina

Il Consiglio europeo discute sull’eventuale utilizzo dei proventi generati dai capitali russi “congelati” per armare Kiev e rafforzare la difesa europea - Il Cremlino: “Risponderemo alla confisca”

  • 21 marzo, 22:54
  • 20 aprile, 23:12

L'Ucraina al centro delle discussioni del Consiglio europeo

Telegiornale 21.03.2024, 20:00

  • Keystone
Di: TG/ATS/Natda

I 27 leader europei hanno concluso il primo giorno di vertice a Bruxelles confermando essenzialmente i pronostici della vigilia, approvando le conclusioni sul capitolo Ucraina (con l’invito ad andare avanti sull’uso degli asset russi per armare Kiev), difesa e sicurezza, allargamento (sì all’apertura dei negoziati con la Bosnia) e il Medio Oriente (pausa umanitaria immediata a Gaza). “Abbiamo riaffermato l’unità dell’Europa”, ha riassunto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.

Michel ha promesso che i 27 sugli asset russi vogliono “procedere spediti”, “comprendono la serietà della situazione e sono determinati a fare di più per Kiev”. Mentre la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha reso noto che con l’intesa sugli asset si potrebbero avere a disposizione per quest’anno tre miliardi di euro da spendere per l’acquisito di equipaggiamenti militari da fornire a Kiev ed il primo miliardo di euro potrebbe essere disponibile per essere speso già a luglio se “saremo veloci a prendere le necessarie decisioni”.

Per quanto riguarda la difesa Michel assicura “un cambiamento di paradigma del progetto europeo”, che era fondato sulla cooperazione e la prosperità, mentre la difesa “era affidata alle competenze nazionali”. “Oggi - sottolinea - abbiamo deciso di rafforzare il pilastro europeo”. L’Ue - si legge nelle conclusioni “s’impegna ad aumentare la propria preparazione e le proprie capacità di difesa per soddisfare le proprie esigenze e ambizioni nel contesto delle crescenti minacce e sfide alla sicurezza, riducendo le sue dipendenze strategiche e aumentando le sue capacità”. Ecco, sul come però le divisioni restano.

Il nodo sono sempre i fondi. I leader sono “divisi” sulla possibilità degli eurobond per sostenere le spese per la difesa, ha certificato il premier belga Alexander De Croo, presidente di turno dell’Ue. Interpellato su quali fossero i Paesi contrari - e se fra loro vi fossero Germania e Olanda - De Croo ha risposto che tra i 27 vi è la “classica contrapposizione”, tra frugali e chi invece chiede solidarietà. “Non ho la sfera di cristallo” per sapere come andrà, ha osservato il premier belga aggiungendo che “in passato, in relazione a necessità inevitabili, le posizioni sono cambiate”.

Von der Leyen ha poi presentato una proposta per inserire dei dazi sull’import dei cereali russi, così da ridurre le entrare per il Cremlino e impedire l’ingresso nel mercato europeo del grano rubato all’Ucraina. Misura che abbraccia sia la protezione degli agricoltori europei, sotto pressione, sia il sostegno aggiuntivo a Kiev. L’apertura dei negoziati con la Bosnia - che deve però prima rispettare le necessarie condizioni - viene definita poi come “storica” dall’Italia, che ha sempre sostenuto Sarajevo nel suo percorso di avvicinamento a Bruxelles.

L’Ue è riuscita ad aggiornare anche la sua posizione su Gaza, riuscendo a mettere nero su bianco il termine “tregua”, che dovrà seguire alla “pausa umanitaria immediata”. Le conclusioni ricordano le atrocità commesse da Hamas e il diritto alla difesa di Israele ma intimano a Tel Aviv di non procedere con l’operazione di terra e a permettere l’ingressi di aiuti massicci. “Gaza è sull’orlo della carestia”, ha detto von der Leyen.

Il Consiglio europeo, poi, ha fatto sua la proposta dell’Italia sui migranti ed ha invitato la Commissione europea a proseguire nel rafforzamento di tutti gli strumenti a disposizione dell’Ue per contrastare efficacemente la tratta e il traffico di esseri umani.

consiglio d'europa macron orban

Il primo ministro Viktor Orban e il presidente francese Emmanuel Macron al Consiglio d'Europa

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Intanto la Russia ha dichiarato che utilizzerà tutti i possibili meccanismi giudiziari e sceglierà altri metodi per rispondere se l’UE deciderà di confiscare i proventi dai suoi capitali congelati in Europa per destinarli a Kiev. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Ria Novosti.

Da Bruxelles Beda Romano

Telegiornale 21.03.2024, 20:00

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