La Commissione europea ha presentato, martedì a Strasburgo, la sua proposta per una gestione integrata delle frontiere e per il riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio. L'obiettivo è, in poche parole, di accelerare i rimpatri per quanti non hanno diritto all'asilo.
"Oggi - lo ha detto la commissaria europea agli interni Ylva Johansson - chi ha ricevuto un ordine di espulsione, dopo aver esaurito tutti i ricorsi, può ricorrere a un trucco efficace: può trasferirsi in un secondo Stato membro e ricominciare il processo da zero. E non sappiamo quanti migranti utilizzino questa scappatoia".
Lo scorso anno, il tasso di rimpatri di quanti non possono godere della protezione internazionale è stato del 21%. L'idea della Commissione europea è che il mutuo riconoscimento delle decisioni di rimpatrio fra i 27 Stati membri possa essere uno strumento efficace per migliorare questo dato.
In pratica vuol dire che, grazie al sistema di informazione di Schengen - così come aggiornato proprio lo scorso 7 marzo - uno Stato europeo in cui si trova un richiedente l'asilo può conoscere ed eseguire la decisione di rimpatrio a carico di quella stessa persona emanata da un altro Stato.
"Il riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio esiste già oggi - ha affermato ancora Johansson - ma sono pochissimi gli Stati membri che lo utilizzano, perché ostacolato dall'incapacità di sapere se una persona ha effettivamente ricevuto un ordine di rimpatrio: questa importante lacuna sarà colmata".
I migranti di Lampedusa
SEIDISERA 14.03.2023, 18:10
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Oltre la questione dei rimpatri
Con la proposta presentata oggi - che riguarda anche linee guida per gli oltre 120'000 agenti che operano alle frontiere europee, fra guardie nazionali e Frontex - è utile, ma non è la panacea per il problema delle migrazioni e dei rimpatri, come sottolineato dal vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas. Quest'ultimo ha ribadito la necessità di arrivare entro la fine della legislatura (maggio 2024) al Patto sulla migrazione e l'asilo, ossia una riforma complessiva condivisa su questi temi.