Penelope Fillon non aveva né un badge d'accesso né un indirizzo di posta elettronica ufficiale del Parlamento negli anni in cui è stata l'assistente del marito François, secondo quanto hanno permesso di appurare le indagini preliminari sul caso che mette nei guai l'ex premier francese e candidato del centro-destra alle presidenziali.
È un'anticipazione di stampa, ma a cui il legale di Fillon ha già risposto: "niente di illegale e di anomalo, è così per molti altri assistenti di deputati di provincia". Le nuove rivelazioni fanno il paio con quelle del Canard Enchaîné, la rivista satirica che ha portato alla luce la vicenda: la donna per quell'incarico avrebbe intascato circa 900'000 euro, più 100'000 in veste di collaboratrice (fasulla?) della Revue des Deux Mondes. Oltre che la moglie, Fillon assunse due dei suoi cinque figli e non fu solo la collaborazione sporadica da lui ammessa. Per il Canard costarono al contribuente 84'000 euro fra il 2005 e il 2007.
E mentre l'interessato denuncia "un'operazione calunniosa senza precedenti", il suo partito ufficialmente ancora non pensa a puntare su un altro uomo, a 82 giorni dal primo turno. Dietro le quinte qualcosa si starebbe perô muovendo: "Temo ci vorrà un piano B", ha rivelato un deputato alla Reuters. Per ora "nessuno osa fare la domanda, perché porla significa già darle una risposta".
pon/ATS/Reuters