La più nota culla di stelle, i "Pilastri della Creazione", è stato immortalato dal telescopio spaziale James Webb dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), statunitense (NASA) e canadese (CSA). Il telescopio ha fotografato colonne di gas interstellare e polveri distanti circa 6'500 anni luce, al cui interno si formano i nuovi astri, che si stima abbiano solo poche centinaia di migliaia di anni.
La stessa foto, scattata nel 1995, aveva reso famoso il telescopio Hubble (di ESA e NASA): è infatti considerato uno dei suoi dieci scatti migliori, ma è notevole la differenza di dettaglio e precisione con le nuove fotografie di James Webb.
A sinistra la foto di Hubble 27 anni fa, a destra quella prodotta dal telescopio James Webb
Nelle immagini scattate da James Webb, i pilastri sembrano maestose formazioni rocciose, ma a rubare la scena sono le nuove stelle in formazione, visibili all'esterno dei pilastri. Le linee ondulate che sembrano lava sono causate dagli astri appena nati, che lanciano periodicamente getti che si scontrano con le nubi di materiale circostante. La luce rossastra, invece, proviene dalle energetiche molecole di idrogeno, prodotte durante le espulsioni di materiale e le collisioni che avvengono all'interno di queste colonne di gas.
Stavolta, però, Webb non è riuscito ad 'attraversare' le nubi per rivelare quello che si trova dietro di esse, sebbene possa sembrare il contrario: le immagini, infatti, non contengono galassie sullo sfondo. La causa è il mix di gas traslucido e polvere noto come mezzo interstellare, che impedisce di vedere più in profondità.
Questi nuovi scatti dei Pilastri della Creazione aiuteranno i ricercatori a comprendere meglio i processi di formazione delle stelle, come anche la loro morte.