Il campo profughi di Grande-Synthe, vicino a Dunkerque, nel Nord della Francia, è stato ridotto a un cumulo di cenere, dall’incendio divampato nella sera di lunedì. Ospitava circa 1'500 persone, in maggioranza curdi iracheni.
Il rogo ha provocato il ferimento di almeno una decina di persone, secondo quanto riferito dai pompieri, mentre per le autorità, il sito – distrutto per oltre la metà - non potrà essere ricostruito. 165 persone sono state sfollate e ospitate in palestre della zona.
Secondo un rappresentante del governo recatosi sul posto, le fiamme – non ancora domate alla 1:00 di martedì – si sono sprigionate a seguito di una rissa fra afgani e curdi, cominciata nel pomeriggio e in atto ancora dopo la mezzanotte, in cui sei persone avevano riportato ferite da arma bianca. Due compagnie di poliziotti antisommossa, intervenute per sedare il conflitto, sono state prese di mira dal lancio di pietre.
Il fuoco sarebbe stato appiccato di proposito in diversi luoghi. Secondo vari testimoni, lo scontro sarebbe avvenuto per via dell’aumento del numero di afgani, arrivati dopo lo smantellamento, a fine ottobre dell’anno scorso, della “Giungla” di Calais.
AFP/aost
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