La fusione nucleare è la fonte di energia che alimenta il cuore delle stelle e da oltre mezzo secolo si sta provando a ricrearla sulla Terra.
Tony Donné, direttore di EUROfusion, consorzio che riunisce una trentina di enti di ricerca europei nel quale c'è anche la Svizzera, sottolinea i vantaggi di questa fonte di energia: usa acqua, da cui si estrae l’idrogeno, e litio, materiali presenti in abbondanza. Il processo può essere fermato quando si vuole, a differenza di un tradizionale reattore a fissione e le scorie prodotte sono meno radioattive e più facili da trattare.
La tecnologia, dopo decenni resta però in fase sperimentale, con diversi prototipi di reattori in costruzione. Secondo Donné si potrebbe cominciare a produrre energia elettrica nella seconda metà di questo secolo.
Il tempo per metterla in pratica è uno dei problemi della fusione, secondo Florian Kasser esperto di nucleare presso Greenpeace svizzera. La fusione arriverebbe infatti decenni troppo tardi per contribuire alla transizione energetica e affrontare il problema climatico. L’altro Punto sottolineato da Kasser è la quantità di risorse finanziare che assorbe. Fondi che, a suo avviso, si potrebbero destinare ad altre tecnologie, come l'ottimizzazione energetica di solare ed eolico, o altre energie rinnovabili già disponibili oggi.