Secondo la commissione elettorale centrale, responsabile per le operazioni di voto e di conteggio, il partito di governo in Georgia, “Sogno georgiano”, fondato dal miliardario ed ex premier Bidina Ivanishvili, ha vinto le elezioni parlamentari nell’ex repubblica sovietica. La proiezione, basata sul 70% delle schede già scrutinate, dà alla formazione al potere il 53% dei suffragi. La partecipazione finale è stata del 58,94%.
I quattro principali partiti di opposizione, guidati dalla presidente della repubblica Salomè Zourabichvili, hanno però rivendicato a loro volta la vittoria, basandosi su exit poll che davano alla futura coalizione un risultato intorno al 52% “nonostante i vasti tentativi di brogli”, contro un 40% stimato per Sogno georgiano. E poco prima delle 22:30 (ora svizzera) hanno respinto come fraudolenti i risultati annunciati dalla commissione. “Non riconosciamo i risultati falsificati di queste elezioni rubate”, ha detto la leader del Movimento nazionale unito Tina Bokuchava, mentre la leader del partito Akhali, Nika Gvaramia, ha accusato Sogno Georgiano di condurre un colpo di Stato costituzionale.
Il premier ungherese Viktor Orban dal canto suo si è immediatamente congratulato con la dirigenza di Sogno georgiano. L’Ungheria detiene fino a fine anno la presidenza del Consiglio dell’Unione europea.
Un paese diviso e la lunga mano di Mosca
Le elezioni legislative sono di fatto un “referendum” sul futuro del paese, diviso tra Mosca e l’Occidente.
Creato nel 2012 con una agenda filo-occidentale, Sogno georgiano rivendicava al tempo stesso un approccio pragmatico nei confronti della Russia, dove Ivanishvili ha fatto la sua fortuna. Negli ultimi anni, in particolare dopo l’invasione dell’Ucraina, il partito è diventato di fatto il punto di riferimento dei simpatizzanti di Vladimir Putin. Secondo l’opposizione il partito è una quinta colonna del Cremlino.
La presidente della repubblica, i cui poteri sono soprattutto cerimoniali, è un’ex alleata di Ivanishvili diventata negli anni sua acerrima nemica e punto di riferimento delle forze filo-occidentali, peraltro divise tra loro.
Insieme a Ucraina e Moldavia, anche la Georgia ha presentato domanda di adesione all’UE nel marzo 2022, un mese dopo l’inizio del conflitto ucraino, ed ha ottenuto lo status di paese candidato nel dicembre dell’anno successivo, ma il processo è stato sospeso nel luglio del 2024 dopo che Tbilisi ha promulgato una legge “sugli agenti stranieri” molto simile a quella russa, che obbliga le ONG a rivelare le origini dei loro finanziamenti se più del 20% proviene dall’estero.