Il reportage

Georgia, quasi un referendum sull’Europa

Le opinioni di chi oggi è andato a votare - Viaggio tra sostenitori e oppositori del Governo in mano al partito Sogno Georgiano

  • 26 ottobre, 15:15
  • 26 ottobre, 16:03
02:41

Tra chi vota in Georgia

Davide Maria De Luca / Leonardo Delfanti / Hugh Bohane 26.10.2024, 15:59

  • RSI
Di: Davide Maria De Luca 

Oggi, sabato, si vota in Georgia per delle elezioni che sia il governo che l’opposizione definiscono storiche. Il partito Sogno Georgiano, finanziato dall’oligarca Bidzina Ivanishvili e al potere da 12 anni, è sfidato dall’opposizione, composta da quattro principali coalizioni.

“Spero che vinca l’opposizione”, ci dice Ketevan Ivanishvili, una dottoressa appena uscita dal seggio, “o almeno che Sogno Georgiano non vinca”. Aggiunge che, nonostante in Europa ci siano molte regole e burocrazia, è convinta che i georgiani sapranno adattarsi.

Per molti elettori, il voto di oggi è quasi un referendum sull’Europa, e temono che una conferma del governo, accusato dall’opposizione di essere al servizio di Mosca, possa compromettere i legami con l’Unione europea.

“Spero che vinca l’Europa e che questo governo, che ci sta portando verso la Russia, esca sconfitto”, afferma Lia Tsakarveli, iscritta al partito di opposizione Forte Georgia, una delle quattro coalizioni impegnate a formare un governo tecnico se otterranno la maggioranza. Il timore di brogli è un’altra preoccupazione in queste elezioni, e Tsakarveli racconta di aver già sentito di casi di intimidazione degli elettori e altre manipolazioni.

Il governo respinge le accuse, affermando di voler entrare in Europa, ma alle condizioni dei georgiani. Otar Babunashvili ci dice: “L’Europa è una cosa bella, ma deve rispettare i valori tradizionali dei georgiani”. Per lui, i valori cristiani sono fondamentali e ritiene che il matrimonio debba essere tra un uomo e una donna.

Il governo sostiene anche che provocare la Russia sia pericoloso per una nazione piccola come la Georgia. Il paese ha già combattuto una guerra con la Russia nel 2008 e due conflitti con separatisti sostenuti da Mosca. Oggi, le regioni dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud sono di fatto indipendenti e controllate dalla Russia.

Gori, al confine con l’Ossezia del Sud

Questa questione è molto sentita a Gori, quinta città del paese e a un’ora di auto dalla capitale Tbilisi, situata a pochi chilometri dal confine con l’Ossezia. Qui, nella città natale di Iosif Stalin, dove la nostalgia per l’Unione Sovietica è ancora forte, Sogno Georgiano ha una delle sue roccaforti. Ma anche qui, a poche centinaia di metri dalle truppe russe, non tutti temono un’aggressione di Mosca.

“Non ci sarà nessuna guerra se quelli al governo non faranno qualcosa di stupido”, afferma Lia Chlachdize. La sua casa, poco lontano da Gori, al confine con l’Ossezia occupata, è stata distrutta durante la guerra del 2008. Oggi, nello scantinato dell’abitazione, ha creato un piccolo museo privato per ricordare quel conflitto. “L’opposizione ha commesso qualche errore, ma questo governo deve andarsene – conclude – e il prima possibile”.

02:11

Georgia, elezioni parlamentari

Telegiornale 26.10.2024, 12:30

Correlati

Ti potrebbe interessare