I messicani domenica sono chiamati alle urne. Nell'esercizio elettorale più importante della sua storia politica, il Messico elegge contemporaneamente il successore del presidente Enrique Peña Nieto, Camera e Senato, i Governi degli Stati, nonché i sindaci delle città ed i parlamenti locali, 18'000 cariche in tutto.
Il favorito è il candidato di sinistra Andrés Manuel López Obrador, che ha promesso un cambiamento radicale. "Sarà una svolta storica, la vittoria di un popolo contro l'immoralità e la decadenza degli ultimi tempi": questo ha detto ai suoi sostenitori nel suo ultimo incontro elettorale a Città del Messico. Il 64enne "AMLO", così soprannominato dai messicani, si presenta come un candidato antisistema e anticorruzione che vuole eliminare "la mafia del potere".
Lo seguono il conservatore Ricardo Anaya, alla testa di una coalizione di destra e sinistra, e José Antonio Meade del Partito rivoluzionario istituzionale di destra.
Tensioni preelezioni
La campagna è stata inseguinata. Uno sconosciuto è entrato sabato sera in un bar di Felipe Carrillo Puerto, uccidendo a colpi d'arma da fuoco il giornalista, specializzato in cronaca nera, José Guadalupe Chan Dzib. Ana Cristina Ruelas, direttrice della associazione "Articolo 19", ha ricordato che fra le 200 aggressioni, fra cui sei omicidi, subite da giornalisti messicani nel 2018, circa 60 sono avvenute durante la campagna per queste elezioni.
Inoltre otto persone sono state arrestate per il loro presunto coinvolgimento nell'assassinio di tre militanti del Partito rivoluzionario istituzionale a poche ore dall'apertura dei seggi. Lo riferisce il quotidiano Proceso.
Messico, elezioni presidenziali
Telegiornale 01.07.2018, 22:00
Il commento e il reportage di Andrea Vosti
Telegiornale 01.07.2018, 22:00
RG 18.30 del 01.07.18 - La corrispondenza di Emiliano Guanella
RSI Info 02.07.2018, 01:54
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