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"Grazie per la visita"

I 40 minuti del Papa Francesco con Volodymyr Zelensky che mette in campo la neutralità vaticana

  • 13 maggio 2023, 18:15
  • 20 novembre, 11:19
La stretta di mano tra il Pontefice e Zelensky

La stretta di mano tra il Pontefice e Zelensky

  • Keystone
Di: Paolo Rodari 

Papa Francesco ha messo in campo la "neutralità vaticana" per cercare di portare Russia e Ucraina a un negoziato di pace che eviti quelle che Oltretevere chiamano "conseguenze catastrofiche" per tutto il mondo. Risiede qui il senso dell'udienza ufficiale di questo pomeriggio in Vaticano, in una sala adiacente all'Aula Paolo VI, fra il Papa e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo che quest'ultimo ha incontrato al Quirinale il presidente Sergio Mattarella, e a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni e il ministro degli esteri Antonio Tajani. "L'Italia è al vostro fianco. La pace sia vera e non una resa", ha detto Mattarella a Zelensky. Mentre Meloni, dopo aver incassato i ringraziamenti per il sostegno dell'Italia – "L'Italia è dalla parte giusta - ha detto il presidente ucraino -, ha confermato "aiuti militari fino a una pace giusta".

40 minuti di colloquio

L'udienza si è svolta dalle 16.10 ed è durata dura circa 40 minuti. Il Papa e Volodymyr Zelensky, secondo quanto ha riferito la Santa Sede, hanno parlato della "situazione umanitaria e politica dell'Ucraina provocata dalla guerra in corso". Il Pontefice, appoggiato al bastone, ha accolto Zelensky ringraziandolo "per questa visita" mentre gli ha stretto la mano. La risposta (in inglese) di Zelensky, con la mano sul cuore e chinando la testa: "È un grande onore". Con loro c'era solo l'interprete: il francescano ucraino fra Marek Viktor Gongalo. Quando si sono seduti al tavolo per il colloquio, Zelensky aveva davanti a sé due fogli scritti. Il Papa "ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall'invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno". Entrambi sono convenuti "sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione". Il Papa "ha sottolineato in particolare la necessità urgente di gesti di umanità nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto".

03:17

Zelensky a Roma

Telegiornale 13.05.2023, 12:30

I doni

Jorge Mario Bergoglio ha donato al presidente dell'Ucraina una piccola scultura che rappresenta un ramoscello d'ulivo, simbolo della pace. Volodymyr Zelensky ha ricambiato con un'icona della Madonna dipinta sui resti di un giubbotto antiproiettile squarciato dai proiettili.

L'equilibrio del Papa

Davanti al presidente ucraino, arrivato in Italia per la prima volta dall'inizio dell'invasione russa, Francesco ha mantenuto quell'equilibrio che fin dall'inizio del conflitto contraddistingue la linea della Santa Sede: trovare soluzioni per la pace senza fare scelte di campo. Di qui, del resto. La rinuncia a un viaggio a Kiev se contestualmente non si apre la possibilità di andare anche a Mosca. La guerra, ha detto del resto lo stesso Francesco questa mattina incontrando i nuovi ambasciatori accreditati presso la Santa Sede "ha portato sofferenza e morte indicibili", per questo il tentativo del vescovo di Roma è quello di portare le due parti a un tavolo. E ancora: "La Santa Sede, in conformità alla propria natura e alla sua particolare missione, si impegna a proteggere l'inviolabile dignità di ogni persona, a promuovere il bene comune e a favorire la fraternità umana tra tutti i popoli. Questi sforzi, che non comportano il perseguimento di scopi politici, commerciali o militari, sono realizzati attraverso l'esercizio di una neutralità positiva. Lungi dall'essere una 'neutralità etica', soprattutto di fronte alle sofferenze umane, ciò conferisce alla Santa Sede una posizione ben definita nella comunità internazionale che le permette di meglio contribuire alla risoluzione dei conflitti e di altre questioni.

Snodo cruciale

In Vaticano ritengono che l'incontro di oggi possa rappresentare uno snodo cruciale della "missione di pace" segreta di cui ha parlato Francesco nel volo di ritorno dall'Ungheria. Tre giorni fa anche il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha parlato di "novità" sull'azione diplomatica per fermare la carneficina nell'Est Europa. Tutto, ha aggiunto, sta avvenendo "naturalmente a livello riservato". Dalle primissime ore successive all'invasione russa, il Papa si era detto disponibile "a fare tutto quello che è possibile" per la riconciliazione. E si era offerto per una mediazione, per andare in visita in entrambe le capitali e per accogliere un tavolo di pace in Vaticano.

Gli uomini di Francesco

A lavorare per la mediazione vaticana sono in particolare cinque prelati: il cardinale Pietro Parolin; il segretario per i Rapporti con gli Stati monsignor Paul Richard Gallagher; l'arcivescovo di Mosca, Paolo Pezzi; il nunzio apostolico in Ucraina, Visvaldas Kulbokas; e Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali. Bergoglio ha già incontrato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal, gli ambasciatori ucraino e russo presso la Santa sede, e sta cercando di intensificare i canali per avere un confronto con il patriarca di Mosca Kirill e il presidente russo Vladimir Putin. Insieme, lavora su iniziative in campo umanitario, sulle trattative per liberare i prigionieri, e per fare tornare a casa i bimbi ucraini che Mosca è accusata di avere deportato.

02:33

Papa Francesco riceve il presidente ucraino

Telegiornale 13.05.2023, 20:00

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