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Grecia, quella strada in salita

Il voto del Parlamento greco ha solo messo in moto la macchina degli aiuti

  • 16 luglio 2015, 09:57
  • 7 giugno 2023, 10:45
Notte "calda" ad Atene

Notte "calda" ad Atene

  • keystone

di Matteo Faini*

Avendo perso la prima battaglia contro le misure di austerità, il primo ministro ellenico Tsipras si trova ora a combatterne una nuova per mitigare le condizioni imposte dai creditori e per ottenere una rinegoziazione del debito pubblico greco.

L’approvazione da parte del Parlamento greco delle prime misure di austerità è solo il primo atto di questa nuova battaglia. I creditori hanno infatti tracciato un lungo percorso prima di arrivare all’esborso degli aiuti.

Ora che il Parlamento greco si è pronunciato a favore dell’accordo, la palla passa all’Eurogruppo, il cui compito sarà quello di approvare l’inizio del negoziato per il salvataggio della Grecia. Interverranno poi i parlamenti nazionali, con voti che si annunciano particolarmente difficili in sei Paesi, tra i più severi nei confronti della Grecia: Germania, Finlandia, Olanda, Austria, Slovenia ed Estonia. Solo allora prenderanno il via i negoziati veri e propri. L’esito di questi negoziati dovrà di nuovo essere approvato dall’Eurogruppo e dai Parlamenti di Germania, Finlandia, Olanda ed Estonia. Spetterà poi alla Commissione Europea, al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Centrale Europea certificare che la Grecia ha rispettato gli impegni presi all’inizio del processo di salvataggio, consentendo finalmente l’esborso degli aiuti.

Scopo di questo percorso cosí complesso è evitare che la Grecia possa intascare gli aiuti senza fare le riforme richieste ed impedirle di ottenere condizioni migliore spaccando il fronte dei creditori. Poiché gli aiuti saranno sborsati solo a fine percorso, la Grecia non potrà esimersi dal fare le riforme. I molteplici passaggi nei parlamenti degli Stati più severi servono poi a far capire alla Grecia che non potrà far leva sulle divisioni tra i creditori. Sarebbe infatti logico per Tsipras provare ad ottenere condizioni migliori cercando l’appoggio di Francia e Italia, più scettiche riguardo alla capacità delle misure di austerità di riportare la Grecia alla crescita economica, e del Fondo Monetario Internazionale, che ha appena ribadito l’insostenibilità del debito greco e il bisogno di una sua ristrutturazione. Anche se Tsipras trovasse tutti questi appoggi, non otterrebbe granché. Il piano di salvataggio dovrebbe comunque essere approvato dai Parlamenti dei Paesi più severi, dando loro il potere di veto nei confronti di un alleggerimento delle misure di austerità o di una ristrutturazione del debito.

*dottorando al Dipartimento di Politics dell'Università di Princeton e collaboratore di Limes

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