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Guerra in Ucraina, crescono i dubbi in Russia

La strategia militare del Cremlino non convince più sia i favorevoli che i contrari al conflitto e le voci critiche si moltiplicano a Mosca

  • 13 settembre 2022, 14:13
  • 23 giugno 2023, 23:20
Anche il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha puntato l'indice contro la strategia di Mosca

Anche il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha puntato l'indice contro la strategia di Mosca

  • Keystone
Di: RTS/SP

"Siamo in una situazione in cui dobbiamo renderci conto che è impossibile sconfiggere l'Ucraina usando risorse e metodi da guerra coloniale". Lo ha dichiarato l’uomo politico russo Boris Nadezhdin nel corso di un talk-show diffuso venerdì scorso dalla NTV, il terzo canale televisivo del Paese.

Dopo aver puntato l’indice contro i consiglieri del presidente russo Vladimir Putin, l'ex vicepresidente della Duma, il parlamento russo, ha sottolineato che il rapporto di forze non è a favore della Russia. "Di fronte alle nostre truppe c'è un esercito forte, sostenuto economicamente e tecnologicamente dai Paesi più potenti in termini economici e tecnologici", ha insistito.

Nadezhdin partecipava al dibattito nel ruolo dell’invitato “filo-Nato”, ovvero di colui che rilascia dichiarazioni relativamente sensate poi “demolite” dagli altri presenti, ma la veemenze delle sue affermazioni ha sorpreso gli altri ospiti, che sono apparsi a disagio.

L'episodio non è sfuggito agli osservatori della realtà russa

La giornalista inglese Julia Davis, che ha fondato un osservatorio dei media russi, è stata una delle prime a raccontare di quanto accaduto durante questo dibattito. Gli opinionisti della TV russa, ha scritto su Twitter “stanno iniziando a giocare allo scaricabarile. Alcuni di loro hanno finalmente capito che la loro negazione del genocidio dell'identità ucraina non gioca a favore della Russia".

"Non solo si dichiara contrario, ma alcune delle sue critiche sono neanche troppo velatamente rivolte a Putin stesso", scrive Tom Nichols, redattore di The Atlantic.

"Dicendo verità pericolose, ci si chiede se non rischia l’arresto", chiosa Shaun Walker, esperto di Europa orientale e Russia per il Guardian.

La versione di Mosca resta dominante

Dopo sei mesi di conflitto siamo di fronte a un’inversione di tendenza? Francis Scarr, giornalista della BBC che si occupa di propaganda russa, è più misurato. “L'aspetto interessante di quanto accaduto durante questo dibattito, ancor più della dichiarazione in sé, è che nessuno lo ha zittito. Lo scambio di battute sembra piuttosto spontaneo, ma lo sapremo con certezza solo tra qualche giorno. Se si verificheranno altre scene simili, potrebbe trattarsi di un cambio di strategia da parte del Cremlino", commenta.

Questo fine settimana nei media russi il ritiro da Izum e Balakliia è stato comunque presentato come un'operazione di "raggruppamento" in vista di azioni offensive nella provincia di Donetsk, in linea con la retorica usata sabato dal Ministero della Difesa russo.

Sul principale canale televisivo russo, il presentatore menziona il raggruppamento nella regione di Kharkiv alla fine di un lungo elenco di informazioni, "come se non fosse significativo", ha segnalato Francis Scarr su Twitter.

Malcontento anche tra i partigiani della guerra

Nonostante la propaganda, l’improvvisa riscossa ucraina nel conflitto non è sfuggita nemmeno ai sostenitori dell'intervento in Ucraina. Tra di loro il leader ceceno Ramzan Kadyrov: in un messaggio pubblicato su Telegram, ha scritto che avrebbe contattato alti funzionari del ministero della Difesa.

"Se lo Stato Maggiore russo non volesse andarsene, le truppe non si ritirerebbero", ma i soldati russi "non hanno ricevuto un addestramento militare adeguato" e questo li ha portati a ritirarsi.

Come lui alcuni influenti blogger russi hanno pubblicato post che denunciano la strategia del Cremlino. Zakhar Prilepin per esempio, il cui canale Telegram ha più di 250'000 iscritti, descrive gli eventi di Kharkiv come una "catastrofe" e un totale fallimento dell'intelligence, riporta la CNN.

Dall’inizio della controffensiva ucraina Putin non si è ancora espresso pubblicamente, ma lunedì nel corso di una conferenza telefonica il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha assicurato ai giornalisti che la Russia avrebbe raggiunto i suoi "obiettivi".

Domenica sera la Russia ha bombardato infrastrutture civili nell'Ucraina orientale, togliendo acqua ed elettricità alla popolazione. Alla televisione di Stato il giornalista Yevgeny Poddubny ha definito gli attacchi una "rappresaglia". Ma per cosa? Lo stesso giorno, in diretta, ha dichiarato che le truppe russe si stavano riorganizzando, ma non ritirando.

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La denuncia dell'ONU

Il vice capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, Nada Al Nashif, ha denunciato lunedì le "intimidazioni" nei confronti delle persone che in Russia si oppongono alla guerra in Ucraina, avvertendo che ciò sta minando le libertà fondamentali dei cittadini. "Nella Federazione Russa, le intimidazioni, le misure restrittive e le sanzioni contro le persone che si oppongono alla guerra in Ucraina minano l'esercizio delle libertà fondamentali costituzionalmente garantite, compresi i diritti di libera riunione, espressione e associazione", ha detto Al Nashif al Consiglio per i diritti umani dell'Onu.

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