Il principio
24.02.2022: Ucraina, la cronaca
Il 24 Febbraio 2022, il presidente russo Vladimir Putin annuncia una “operazione militare speciale” per difendere le “repubbliche” separatiste di Lougansk e Donetsk nel Donbass – importante bacino minerario nell’est dell’Ucraina – di cui ha appena riconosciuto l’indipendenza. Putin afferma di voler “denazificare” l’Ucraina ed esige la garanzia che Kiev non entrerà mai nella NATO.
Forti esplosioni risuonano in diverse città dell’est e del sud del Paese e nella capitale Kiev, dove il presidente ucraino Volodymyr Zelensky decide di restare. All'invasione russa l’Unione Europea risponde con la ferma intenzione di voler garantire il rifornimento d’armi all’Ucraina. Gli occidentali insistono e infliggono alla Russia sanzioni economiche, inasprite col passare dei giorni. Gli Stati Uniti contribuiscono, sbloccando miliardi di dollari per favorire militarmente l’Ucraina.
L’avanzata russa
Durante i primi giorni dell'invasione, le truppe russe si impadroniscono di quasi tutta la regione di Kherson, nell'Ucraina meridionale. Essenziale per l'agricoltura, la regione è particolarmente strategica perché confina con la penisola di Crimea, annessa da Mosca nel 2014. Il 3 marzo, la città di Kherson, sulla riva destra del Nipro (Dnepr), è la prima grande città a cadere sotto i russi.
L’Ucraina resiste
Nel tentativo di accerchiare Kiev e di conquistare Kharkiv, la seconda città dell'Ucraina, l'esercito russo incontra tuttavia forti resistenze. Alla fine di marzo, l'esercito russo si ridispone a sud del Paese e nel Donbass, che i separatisti filorussi controllano parzialmente dal 2014. Dopo il ritiro delle forze russe, la scoperta di decine di cadaveri di civili nella regione di Kiev, in particolare a Bucha, suscita l'indignazione internazionale. La Corte Penale internazionale (CPI) avvia un'indagine.
Lo scacco di Mariupol
Fin dall'inizio della sua offensiva, l'esercito russo assedia Mariupol (sud-est). Il controllo di questo porto strategico sul Mar d'Azov consentirebbe a Mosca di creare una continuità territoriale tra la Crimea annessa e le aree separatiste filorusse del Donbass. Circa 2.500 combattenti ucraini, del controverso battaglione Azov, trincerati nella fabbrica di Azovstal con un migliaio di civili, resisteranno fino a metà maggio prima di arrendersi. Secondo Kiev, Mariupol è distrutta al 90% e almeno 20.000 persone sono morte.
La crisi alimentare
Il 30 marzo gli Stati Uniti accusano Mosca di aver causato una "crisi alimentare globale". Il blocco marittimo della Russia sul Mar Nero impedisce infatti all'Ucraina, uno dei principali produttori mondiali, di esportare 20 milioni di tonnellate di grano immagazzinati nei suoi silos. Un accordo è stato infine raggiunto il 22 luglio sotto l'egida delle Nazioni Unite e grazie alla mediazione turca. All'inizio di agosto, il primo cargo carico di 26.000 tonnellate di mais lascia il porto ucraino di Odessa.
La crisi energetica
Sull'onda delle precedenti accuse, l'Occidente incolpa la Russia di rallentare le sue cruciali esportazioni di gas verso l'Europa, in particolare verso la Germania e l'Italia, come ritorsione per le sanzioni contro di essa. Dal 31 agosto, dopo un primo stop a luglio, il gigante russo del gas Gazprom sospende nuovamente le forniture attraverso il gasdotto Nord Stream, adducendo motivi tecnici.
L’estate nel Donbass
Il 3 luglio, le forze russe affermano di controllare la regione di Lugansk dopo la conquista di Severodonetsk e Lyssychansk. Sostengono inoltre di lavorare per conquistare la provincia di Donetsk, al fine di occupare l'intero Donbass. Nelle città sotto il suo controllo, Mosca sta perseguendo una politica di russificazione con l'introduzione del rublo e il rilascio di passaporti russi. Referendum per formalizzare l'annessione alla Russia vengono calendarizzati.
Contrattacco ad agosto
In agosto, le forze ucraine lanciano una vasta controffensiva per riprendere il controllo di Kherson e della sua regione. Secondo Kiev, vengono riconquistati decine di villaggi, distrutte infrastrutture e ponti strategici sul Dnieper, interrompendo le linee di rifornimento russe. Americani ed europei accelerano la consegna di armi pesanti al Paese. Il contrattacco ucraino costringe le truppe russe a spostarsi da est a sud.
La questione "Zaporizhia"
Dal 5 agosto, le due parti si accusano a vicenda di molteplici bombardamenti contro la centrale nucleare di Zaporizhia (sud), la più grande d'Europa, occupata dalle truppe russe da marzo. Il 1° settembre, una delegazione dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) giunge finalmente sul luogo degli scontri, autorizzata a ispezionare il sito. Giudicando la situazione "insostenibile", l'organizzazione chiede l'istituzione di una "zona di sicurezza" intorno all'impianto. L'11 settembre, l'Ucraina annuncia la chiusura del sesto e ultimo reattore in funzione nell'impianto.
La controffensiva di settembre
All'inizio di settembre, l'Ucraina lancia un attacco a sorpresa nella regione di Kharkiv (est). L'11 settembre, 200° giorno del conflitto, Kiev rivendica la "liberazione" di circa 3.000 chilometri quadrati di territorio, compresa la cattura della città di Kupiansk e la riconquista "in corso" di Izyum.
Ucraina, continua la controffensiva di Kiev
Telegiornale 11.09.2022, 14:30