Zaour Dadayev, il sospettato numero uno dell’omicidio del politico dell’opposizione russo Boris Nemtsov, avrebbe confessato l’assassinio mentre era sottoposto a tortura. Lo ha detto mercoledì Andrei Babushkin, membro del Consiglio dei diritti umani della Federazione russa, dopo aver visitato in prigione Dadaiev.
Quest’ultimo si è lamentato di essere stato legato per giorni con un sacco sopra la testa e di aver ammesso la colpa solo per far liberare un amico che era stato arrestato con lui. Voleva dire la verità in tribunale, ma non ne ha mai avuto la possibilità, ha precisato.
Il secondo indagato, Shagid Gubashev, ha detto dal canto suo di essere stato picchiato da chi lo interrogava, ma di essersi sempre dichiarato innocente.
ats/afp/ZZ