ANALISI

Germania: alle origini del successo dell’AfD

Il partito di estrema destra ora ha un elettorato che non è solo di protesta, ma è diventato tale per scelta: un quinto dei tedeschi, uno su tre all’est, vota i nazionalisti per convinzione - Il piano di Alice Weidel per il futuro

  • Oggi, 11:57
  • 2 ore fa
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Di: Stefano Grazioli 

Con il 20,8% dei consensi a livello nazionale alle elezioni del 23 febbraio 2025 l’Alternative für Deutschland ha ottenuto il successo maggiore della sua breve storia. Nel 2013, appena fondata, aveva mancato per un soffio l’entrata al Bundestag, rimanendo al 4,7%, sotto la soglia di sbarramento; poi nel 2017 aveva fatto il suo primo ingresso in parlamento a Berlino con il 12,6% e nel 2021 aveva raggiunto il 10,4%. Parallelamente, nel corso dell’ultimo decennio, ha rafforzato le proprie posizioni anche a livello regionale, come hanno dimostrato ad esempio le elezioni dello scorso autunno in Brandenburgo, Sassonia e Turingia, nella parte orientale della Germania, dove il partito di Alice Weidel e Tino Chrupalla ha sfondato anche il 30%. L’AfD però non è una formazione che riscuote successo solo nei Länder della vecchia DDR ed è ormai diventata una forza trasversale, che ha sì più spinta ad est, ma ha notevole supporto anche all’ovest.

Successo trasversale da est a ovest

Il voto di domenica ha dato la conferma che l’estrema destra è radicata in tutta la Germania: all’est è il primo partito, con il 32%, davanti alla CDU di Friedrich Merz con il 18,7%, alla Linke con il 13,4% e alla SPD con l’11,6%; all’ovest è il secondo, con il 18%, dietro alla CDU con il 23,5%, e davanti alla SPD con il 17,6% e ai verdi con il 12,5%. Da rilevare come il distacco tra AfD e CDU all’est sia con oltre 13 punti più del doppio di quello a parti invertite all’ovest, meno di 5 punti. Il partito di Weidel e Chrupalla in pochi anni è riuscito a erodere l’elettorato dei partiti tradizionali, conservatori e progressisti, in tutto il paese: se inizialmente il successo è stato più facile ed evidente nei cinque Länder orientali, l’accelerazione si è avuta a occidente solo negli ultimi anni. Il governo Semaforo del cancelliere Olaf Scholz, che ha dovuto affrontare dal 2021 due grandi crisi, la pandemia e la guerra in Ucraina, e i loro riflessi sull’economia del paese, ha fatto da catalizzatore per la crescita dell’opposizione a causa dei deficit mostrati nella gestione dei problemi interni ed esterni.

Meno protesta, più convinzione

Non solo: l’ascesa dell’Alternative für Deutschland è dovuta, sia ad est che ad ovest, proprio al consolidamento di un elettorato che non è solo di protesta, ma è diventato tale per scelta: un quinto dei tedeschi, uno su tre all’est, vota i nazionalisti per convinzione. Secondo i sondaggi il 30% degli elettori vedrebbe positivamente la partecipazione dell’AfD al prossimo governo e il 46% ritiene un bene che la destra estrema voglia frenare più degli altri partiti i flussi migratori.

Il 30% degli elettori vedrebbe positivamente l’AfD al Governo e il 46% ritiene un bene che la destra estrema voglia frenare più degli altri partiti i flussi migratori

Rispetto ad altri partiti sovranisti e nazionalpopulisti europei, legati alle figure dei loro leader, l’Alternative für Deutschland non ha volti di assoluta popolarità e i numeri confermano che viene scelta per il programma, 66%, e non per i candidati, 33%. Sia Weidel che Chrupalla non sono modelli carismatici, ma hanno condotto il partito al successo grazie ai temi classici come quelli dell’immigrazione e della sicurezza.

Il piano di Alice Weidel

Nonostante la rapida scalata, l’AfD è però rimasta ai margini e anche dopo il notevole risultato del 23 febbraio non può aspirare a un ruolo di governo. Se in altri paesi europei lo sdoganamento dell’estrema destra è avvenuto a partire dagli anni Novanta e Duemila, tra l’Italia di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini e l’Austria di Wolfgang Schüssel e Jörg Haider, in Germania il tempo non è ancora maturo per un tandem tra Merz e Weidel. È però evidente che in questi anni si è assistito a una sorta di normalizzazione, con i moderati conservatori che non hanno aperto le porte agli estremisti di destra, ma ne hanno recepito comunque le istanze. Se la CDU si è spostata a destra, non ha però sottratto spazio all’AfD, con l’elettorato che tende comunque a cercare un cambiamento, anche radicale.

È verosimile dunque che nel prossimo futuro, soprattutto se i nazionalisti riusciranno a mantenere un consenso elevato, smussando qualche angolo, si possa formare un’alleanza tra il centrodestra e la destra estrema, come accaduto altrove. È questo il piano di Alice Weidel, consapevole del fatto che la prossima coalizione di governo guidata da Friedrich Merz avrà in ogni caso sfide enormi da affrontare e al più tardi fra quattro anni sarà chiamata a renderne conto agli elettori. È alla prossima chiamata alla urne che la Germania si potrebbe spostare così davvero molto a destra.

20:44

Speciale TG: l'analisi sul voto in Germania

Telegiornale 23.02.2025, 20:00

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