La Germania si avvicina al voto con la consapevolezza che qualcosa deve cambiare e qualcosa comunque cambierà: le elezioni di domenica arrivano dopo un quadriennio estremamente complicato dal punto di vista politico, economico e sociale, sia sul lato interno che nella cornice internazionale; il governo del cancelliere Olaf Scholz, la cosiddetta coalizione Semaforo guidata dai socialdemocratici (SPD) insieme con Verdi (Grünen) e liberali (FDP), in carica dal 2021, ha dovuto affrontare crisi difficili, da quella della pandemia alla guerra in Ucraina, solo per citare quelle maggiori, uscendo alla scadenza della legislatura molto indebolito.
Varie le ragioni che hanno condotto alla perdita di consenso dei tre partiti dell’alleanza, partendo dai fattori interni e dalla difficoltà di conciliare strategie e ideologie politiche differenti, passando appunto per i riflessi della congiuntura mondiale che ha influito negativamente sull’economia del Paese. La Germania di Scholz si è impiantata a livello politico ed economico, acuendo le tensioni sociali, manifestatesi anche con gli screzi sempre più evidenti tra i vari attori in campo, istituzionali e non, pubblici e privati, episodi di intolleranza a vario livello, azioni terroristiche.
Ma la Germania dove va?
Modem 20.02.2025, 08:30
Centrodestra e nazionalisti in crescita
In questo contesto a guadagnare è stata l’opposizione, sia moderata che estrema. Se da un lato alla vigilia delle elezioni i sondaggi indicano come primo partito i conservatori dell’Unione tra CDU e CSU, capeggiati dal candidato alla cancelleria Friedrich Merz (facendo la media dei vari istituti di ricerca, circa 30%, +6% rispetto al 2021), dall’altro la seconda forza a livello nazionale è diventata l’Alternative für Deutschland, formazione di estrema destra alla cui testa c’è Alice Weidel (circa 20%, +10% rispetto al 2021). A spingere nei consensi il centrodestra e la destra radicale sono state le risposte balbettanti del governo Semaforo di Scholz alle problematiche economiche e i problemi, reali e percepiti, relativi ai temi della sicurezza e dell’immigrazione: la prevista avanzata di Unione e AfD è anche parzialmente da attribuire come reazione agli attentati di varia matrice che negli ultimi anni si sono ripetuti con più frequenza e che hanno portato al centro dell’attenzione la questione del pacchetto definibile con la formula “law and order”, legge e giustizia. Secondo i tedeschi i temi più importanti nella campagna elettorale, e quindi determinanti per le scelte di voto, sono stati proprio quelli della sicurezza, seguiti da quelli economici.
Chi passerà la soglia del 5%?
Dietro Unione e AfD ci sono due partiti dell’attuale governo, la SPD di Scholz (15%, -5% rispetto al 2021), e i Grünen di Robert Habeck (13%, -1% rispetto al 2021). Non è ancora chiaro se la FDP di Christian Lindner riuscirà a sorpassare la soglia del 5% (4%, -7% rispetto al 2021): su tutte queste formazioni pesa l’andamento negativo della legislatura e sui liberali in particolare il fatto di aver causato la rottura dell’alleanza lo scorso novembre con le conseguenti elezioni anticipate. Dubbi sull’entrata al Bundestag ci sono anche per il Bündnis Sahra Wagenknecht, il partito dell’ex leader della Linke, la sinistra estrema, che dopo i successi alle regionali d’autunno in tre Länder della vecchia Germania est rischia ora di rimanere fuori dai giochi a livello nazionale (4%, non presente nel 2021). Proprio la Linke invece, guidata dal trio costituito da Gregor Gysi, Bodo Ramelow e Ditmar Bartsch, figure storiche del partito, avrebbe la possibilità di rimanere in Parlamento (7%, +2% rispetto al 2021).
Cifre tonde e percentuali sono importanti per definire quali tra i partiti minori riusciranno davvero a varcare lo sbarramento, determinando in questo modo gli equilibri reali e le possibilità, numeriche prima che politiche, delle coalizioni di governo. Dando per scontato che l’Unione tra CDU e CSU sarà il primo partito, toccherà a Friedrich Merz cercare di formare le alleanze con chi sarà a disposizione: sicuramente socialdemocratici e verdi, forse i liberali. Escludendo ovviamente una collaborazione tra i moderati e l’estrema destra della AfD. La Germania potrà ricominciare con una coalizione bi o tripartitica, ma per sapere cosa ci sarà dopo il Semaforo, bisognerà attendere l’esito delle urne.