In Israele martedì si torna a votare per il rinnovo del Parlamento. È la quinta elezione in meno di quattro anni. A fronteggiarsi due blocchi, quello orientato a destra che sostiene l’ex premier Netanyahu e quello guidato dal primo ministro uscente Yair Lapid che riunisce i partiti di sinistra.
Decisivo per l’affermazione della destra potrebbe essere il voto della comunità ebraica ultraortodossa. "Tradizionalmente gli Haredi (come è anche conosciuta la comunità, ndr.) partecipano in grande numero alle elezioni perché capiscono che per loro è essenziale essere in una posizione di potere politico" spiega il rabbino Yehshua Pferrer.
Con l’attuale governo gli ultraortodossi si sono ritrovati all’opposizione. Molti giovani guardano a destra e il nazionalismo si sta rafforzando. Una lettura che il rabbino Pferrer condivide anche se, spiega, "la comunità Haredi non è omogenea. Ad esempio, per coloro che sono cresciuti parlando l’Yiddish, il sentimento nazionalista è minore. La lingua fa una grande differenza: con gli anni si è creato un legame crescente tra i giovani Haredi che parlano ebraico e lo Stato di Israele. E alcuni di loro sono scontenti dei partiti Haredi". Ed è su questo malumore dei giovani ultraortodossi che gli analisti si aspettano una crescita dei partiti dell’estrema destra in Israele.
Il voto della comunità ebraica ultraortodossa
Telegiornale 31.10.2022, 21:00