L’Europa si trova ad affrontare una seconda ondata di coronavirus, mentre diversi paesi del Sud-Est asiatico sono riusciti, per ora, ad evitarla e addirittura a non registrare più casi.
Tra i primi della classe c’è Taiwan che ha appena segnato il suo 200esimo giorno consecutivo senza trasmissioni locali del virus. L’organizzazione di Taipei nell’affrontare la pandemia è considerata una delle più efficaci con 558 positivi e sette decessi dall’inizio della crisi e senza mai introdurre blocchi. Ma nella lista dei paesi "vincenti" figurano anche Corea del Sud, Giappone, Vietnam, Singapore. Ma qual è stata la loro strategia?
Sono diversi gli elementi che hanno permesso questo traguardo: velocità, chiara comunicazione, tracciamento, tecnologia e solidarietà comunitaria. In marzo molti di loro hanno optato per vietare l’entrata dei cittadini stranieri e per i residenti che tornano a casa dall'estero è attualmente in vigore una rigida quarantena obbligatoria di 14 giorni in un albergo. Alcune di queste nazioni hanno potuto anche contare sull’esperienza fatta tra il 2002 e il 2003 con la SARS.
La tempestività ha avuto un ruolo chiave per esempio in Nuova Zelanda dove, all’apparire di nuovi casi, il Governo ha deciso di chiudere tutto e pure lo Stato di Victoria in Australia dopo un confinamento rigido di 112 giorni sembra essere uscito dal tunnel del virus.