Guerra in Ucraina

Il 2024 della Russia: stabilità interna e progressi in Ucraina

La perdita dell’alleato Assad in Siria è stato l’unico scossone per il Cremlino nell’anno che si conclude. Nonostante la forte inflazione, l’economia tiene e sul terreno l’esercito avanza

  • 30 dicembre 2024, 09:48
  • 30 dicembre 2024, 09:58
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Vladimir Putin al potere ormai da 25 anni

  • Keystone
Di: Stefano Grazioli 

Dal punto di vista del Cremlino il 2024 è stato un anno relativamente positivo, nel senso che l’andamento della politica e dell’economia interne, la guerra in Ucraina e il rafforzamento degli equilibri internazionali nella direzione impressa dopo l’invasione dell’Ucraina si sono sviluppati in maniera prevista. Unica eccezione è stata la caduta del regime di Bashar al Assad in Siria, che ha rappresentato una sconfitta, ancora tutta da valutare per la proiezione della Russia sul Mediterraneo. Anche le vicende a Damasco, comunque, hanno dimostrato quale sia la priorità per Vladimir Putin, ossia la risoluzione a favore di Mosca del conflitto in corso con Kiev, considerato esistenziale non tanto per il sistema attuale, quanto per la Russia stessa. Giunto ormai al 25esimo anno alla testa del Paese, dopo che la notte del 31 dicembre 1999 Boris Eltsin aveva annunciato le dimissioni e di fatto nominato il suo successore, Putin si è posto quasi come missione la ridefinizione dell’architettura di sicurezza europea e degli equilibri geopolitici mondiali attraverso la guerra in Ucraina.

Stabilità interna

Negli ultimi dodici mesi il sistema putiniano ha continuato a mostrare stabilità, anche al di là dei sondaggi che hanno visto il presidente sempre al di sopra dell’80% dei consensi, misurati dal Levada Center. Rispetto al 2023, con lo scossone della rivolta di Evgeni Prigozhin, il capo della compagnia Wagner che aveva tentato una sorta di colpo di Stato e poi era stato liquidato, il 2024 è stato un anno sostanzialmente tranquillo, segnato inizialmente dal caso di Alexey Navalny, l’oppositore morto in carcere a febbraio, ma che si è poi sviluppato nei binari definiti anche dalle misure di repressione destinate a controllare il dissenso.

Anche il quadro economico tutto sommato positivo, trainato dalla crescita del complesso militare-industriale, ha inciso in maniera positiva, al di là di fattori problematici, come la crescita dell’inflazione e l’aumento dei tassi. Il primo ministro Mikhail Mishustin e la governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina sono riusciti per ora a trovare la misura giusta per contenere i problemi causati anche dalle sanzioni occidentali. Da questo punto di vista le contromisure adottate per evitare l’isolamento si sono rivelate in sostanza efficaci.

Alleanze esterne

L’economia russa non solo è rimasta in piedi, ma è cresciuta oltre il 3% quest’anno, grazie anche alla rete di alleanze esterne che hanno permesso a Mosca di superare il cordone sanitario eretto sul versante occidentale da Unione Europea, Stati Uniti e G7. Il 2024 è stato l’anno del forte posizionamento dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), il gruppo che coinvolge nuove potenze e paesi emergenti e si schiera in antitesi al blocco occidentale guidato dagli USA. Anche per quel che riguarda la guerra in Ucraina e quella in Medio Oriente, è evidente lo spostamento dei pesi che giova al Cremlino. Si tratta complessivamente sia di questioni economiche che di questioni politiche, che vanno oltre la narrazione, occidentale, di un nuovo mondo diviso tra democrazie e autocrazie, e rispecchiano i desideri di multipolarità espressi soprattutto da Mosca e Pechino, evidenziati nei vari incontri che Vladimir Putin e Xi Jinping hanno avuto quest’anno.

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Russia, discorso di fine anno per Putin

Telegiornale 19.12.2024, 20:00

Guerra in Ucraina

Per il Cremlino la vittoria in Ucraina è quindi un obbiettivo necessario che non può esaurirsi in conquiste territoriali, ma dovrà concretizzarsi anche in accordi internazionali con gli Stati Uniti e l’Unione Europea sul futuro status dell’ex repubblica sovietica, che secondo Mosca dovrà essere fuori dalla NATO. Quest’anno l’avanzata russa nel Donbass è stata costante e l’incursione ucraina a Kursk è stata trasformata da una spiacevole sorpresa in una trappola in cui le forze di Kiev sono state costrette a mantenere scoperto il fronte orientale, consentendo la penetrazione di quelle di Mosca. Putin ha continuato a ribadire la disponibilità al dialogo, alle proprie condizioni, e ora è in attesa di vedere quale saranno le decisioni della Casa Bianca. Dopo l’insediamento di Donald Trump a gennaio si capirà infatti quanto è reale la possibilità di negoziati concreti.

L’inizio del 2025 potrà essere dunque decisivo per la risoluzione del conflitto, fermo restando che il Cremlino non pare essere disposto a compromessi, soprattutto considerando lo status quo sul terreno. Negli scorsi mesi Putin ha rafforzato la propria posizione: all’utilizzo di missili occidentali a lungo raggio in Russia ha risposto con l’Oreshnik e la modifica della dottrina nucleare che da quest’anno permette risposte anche ad attacchi convenzionali è un deterrente in più. 

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Attacchi russi sull'Ucraina

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