Mancava un protagonista importante sulla “foto di famiglia” scattata lunedì al vertice del G20 di Rio de Janeiro. Joe Biden è arrivato cinque minuti in ritardo e il padrone di casa Inacio Lula da Silva ha deciso di procedere ugualmente. Quando l’81enne presidente degli Stati Uniti si è presentato - e come lui avevano mancato l’appuntamento anche i capi di Governo di Italia, Giorgia Meloni, e Canada, Justin Trudeau - è apparso disorientato, secondo quanto riferisce la Reuters. Certo, martedì nel secondo e ultimo giorno di lavori si è rimediato con un nuovo scatto, stavolta con tutti presenti, ma l’incidente simboleggia quanto il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva dichiarato già prima del summit: “Stiamo vivendo un grande cambiamento nelle strutture mondiali”, l’ordine globale dominato dall’Occidente volge al termine.
G20 di Rio, il commento di Emiliano Guanella
Telegiornale 19.11.2024, 20:00
Certo, tanto Biden quanto Lula si sono trovati concordi nel lanciare appelli ai partecipanti alla COP29, la conferenza sul clima che si sta tenendo contemporaneamente a Baku in Azerbaigian, affinché non siano rinviate le decisioni per difendere il pianeta dalla grande minaccia dei mutamenti climatici. Ma per l’inquilino della Casa Bianca la fine del mandato è ormai vicina ed è un’uscita di scena sotto tono. Il suo successore Donald Trump, in questo come in altri ambiti, promette di cambiare radicalmente strada.
In generale l’incontro in Brasile ha evidenziato una volta di più le divergenze fra le principali potenze economiche mondiali su questioni centrali. L’accordo è stato così trovato solo su un minimo comune denominatore. Lula ha puntato su un’agenda incentrata sui temi di interesse per il cosiddetto “sud globale” e nel documento finale è riuscito a inserire diversi punti per lui importanti. Ci sono invece solo accenni al conflitto ucraino e nessuna condanna della Russia (che appartiene al G20, anche se Vladimir Putin era assente e al suo posto c’era il capo della diplomazia Sergei Lavrov). Sul Medio Oriente, ci si limita al richiedere assistenza umanitaria e protezione dei civili dai combattimenti, oltre a ribadire il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi.
Ora il testimone passa dal Brasile a un altro Paese emergente membro dei BRICS, il Sudafrica. Nel 2026 il G20 tornerà però negli Stati Uniti. Alla Casa Bianca ci sarà Trump e quell’appuntamento sarà un test importante per il multilateralismo.