Il rispetto degli obiettivi fissati nell’accordo di Parigi nel 2015 “è in grave pericolo” secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale dell’ONU, espressasi nella giornata di apertura in Azerbaigian della COP29. “Precipitazioni e inondazioni da primato, intensificazione rapida dei cicloni tropicali, ondate di calore fatali, siccità implacabile e incendi catastrofici che abbiamo osservato in diverse regioni del mondo sono la nostra nuova realtà e un antipasto di quanto ci attende in futuro”, secondo il comunicato firmato dalla segretaria generale Celeste Saulo. Il 2024 è sul punto di diventare l’anno più caldo mai registrato, fino a settembre le temperature hanno superato di 1,54°C quelle del periodo di riferimento 1850-1900. Parigi fissa un tetto massimo di 2°C e l’impegno a proseguire gli sforzi per restare al di sotto di 1,5, un obiettivo non ancora irrecuperabilmente mancato, secondo l’ONU.
È iniziata la COP29
Telegiornale 11.11.2024, 12:30
La definizione dell’agenda dei lavori è il primo impegno che affrontano questo lunedì i negoziatori dei Paesi presenti a Baku, alla conferenza annuale delle Nazioni Unite sul clima che si tiene fino al 22 novembre.
La conferenza si è aperta alle 11 ora locale (le 8 in Svizzera), alla presenza di Sultan Ahmed Al Jaber, presidente della COP28 di Dubai dell’anno scorso, Mukhtar Babayev, presidente della COP29 e Simon Stiell, segretario esecutivo dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC), l’organismo delle Nazioni unite che organizza la conferenza.
“Bisogna mostrare che la cooperazione mondiale non è a un punto morto”, ha dichiarato Stiell a inizio lavori. Le prospettive sotto questo aspetto non sono positive: sulla conferenza pesa l’ombra di Donald Trump, che al suo ritorno alla Casa Bianca in gennaio potrebbe nuovamente annunciare l’uscita degli Stati Uniti dall’intesa di Parigi. Sono inoltre dati fra gli assenti numerosi leader mondiali, dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Joe Biden, passando per il cinese Xi Jinping, il francese Emmanuel Macron e il brasiliano Luiz Inacio “Lula” da Silva.
Quest’anno i negoziatori delle 198 parti dovranno trovare un accordo sulla definizione di un nuovo obiettivo per la finanza climatica, il finanziamento annuale che viene destinato dai Paesi più ricchi per gli aiuti a quelli più vulnerabili contro gli effetti del cambiamento climatico. Molti analisti hanno ipotizzato che la COP di quest’anno possa essere poco rilevante, in attesa di quella dell’anno prossimo, la COP30 in Brasile, dove gli Stati dovranno aggiornare i loro impegni di decarbonizzazione. Ma molti analisti respingono questa impostazione: per gli Stati poveri ma molto esposti agli effetti del cambiamento climatico si tratta di un aspetto vitale. Reclamano contributi per “migliaia di miliardi” e non i 100 fissati come obiettivo nel 2009 (e finora raggiunti solo nel 2022). Il padrone di casa Mukhtar Babayev ha parlato di “centinaia di miliardi” nel suo discorso di apertura, ma nessun Paese ha fin qui scoperto le proprie carte ed è facile prevedere un braccio di ferro.
Azerbaigian: al via la COP 29
Telegiornale 11.11.2024, 20:00