Il futuro della politica climatica statunitense è di nuovo in bilico con la rielezione di Donald Trump, noto per il suo scetticismo verso la crisi climatica. Dopo aver già ritirato gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi nel suo primo mandato, il tycoon potrebbe replicare la mossa, suscitando preoccupazione tra gli attivisti. Come sottolinea a SEIDISERA Luca Iacoboni, esperto del Think Tank Italiano per il Clima, “ci aspettiamo un periodo complicato, simile al primo mandato, ma questa volta con maggior consapevolezza su cosa aspettarsi”.
Il primo mandato di Trump ha lasciato un segno, ma il mercato ha continuato ad avanzare verso le rinnovabili. Tuttavia, l’Inflation Reduction Act, la più grande iniziativa verde varata dall’amministrazione Biden, è ora a rischio di smantellamento. Iacoboni osserva che il futuro presidente potrebbe scegliere di “fare gli interessi delle aziende fossili che lo sostengono” – un ritorno al gas, al petrolio e al carbone – energie che però non offrono nuove prospettive economiche o occupazionali. Nel frattempo, le rinnovabili hanno contribuito notevolmente alla crescita del mercato del lavoro americano.
Nel breve termine, la COP29 in Azerbaigian, che si apre domani (lunedì), vedrà una delegazione americana guidata da John Podesta, consigliere dell’amministrazione Biden. Tuttavia, i negoziati degli Stati Uniti rischiano di perdere incisività, con l’elezione di Trump che limita le speranze di un accordo robusto per il finanziamento climatico globale e l’ampliamento dei Paesi contributori. In questo scenario, le intenzioni dichiarate di Trump di ritirarsi nuovamente dagli accordi di Parigi rappresentano una seria minaccia. Tanto che il Wall Street Journal proprio oggi scrive, citando dirigenti vicini al presidente eletto, che il provvedimento è già stato messo a punto ed è pronto da firmare come ordine esecutivo nel suo primo giorno in carica.
Trump ha forti legami con Elon Musk, leader delle auto elettriche con Tesla, ma anche con le lobby fossili, tradizionalmente contrarie alla transizione ecologica. Iacoboni sottolinea che il presidente sarà chiamato a una scelta strategica: mantenere politiche verdi, che hanno creato occupazione e vantaggi economici per il Paese, oppure favorire le industrie del fossile, in calo su scala globale. Questa decisione avrà un impatto non solo sul clima, ma anche sull’economia e sulla qualità della vita degli stessi cittadini americani.
Tutto pronto per la COP29
Telegiornale 10.11.2024, 20:00