“A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”. È quanto afferma Papa Francesco nel suo nuovo libro “La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore”, in uscita per il Giubileo 2025 e di cui il quotidiano italiano La Stampa anticipa domenica alcuni brani. Il volume, a cura di Hernán Reyes Alcaide (Edizioni Piemme), uscirà martedì in Italia, Spagna e America Latina, e poi a seguire in vari altri Paesi.
A seguito della pubblicazione sui media delle parole del Pontefice, l’ambasciata israeliana presso la Santa Sede ha reagito con durezza. Ha dichiarato che “il 7 ottobre c’è stato un massacro genocida”, rivendicato il “diritto all’autodifesa di Israele” e ha ammonito che “qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo Stato ebraico”.
La comunità palestinese dal canto suo, invece, plaude. “Abbiamo sempre ringraziato Sua Santità per il riconoscimento del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e alla creazione del suo Stato libero ed indipendente - dice Yousef Salman, presidente della Comunità palestinese di Roma e del Lazio -. Papa Francesco ha sempre espresso preoccupazione per la lunga sofferenza del popolo palestinese e le atrocità del Medio Oriente, invitando al rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite e della legalità Internazionale”.
Le parole del Papa, contenute nel suo libro e anticipate dalla stampa, arrivano a pochi giorni dal rapporto del Comitato speciale delle Nazioni Unite che per la prima volta ha messo nero su bianco che le pratiche israeliane nella Striscia di Gaza “corrispondono alle caratteristiche di un genocidio”.
Israele “provoca intenzionalmente morte, fame e lesioni gravi”, accusa il comitato che lunedì presenterà il documento all’assemblea generale delle Nazioni Unite.
Le reazioni sono ambivalenti. Il consigliere comunale milanese Daniele Nahum, già vicepresidente della comunità ebraica locale e fuoriuscito dal Pd proprio per l’uso della parola genocidio, si dice “stupito dalle parole del Santo Padre”. “Evidentemente al Papa è sfuggito il rapporto dell’ONU che ridimensiona il numero di morti a Gaza. Massacro è un termine diverso. Ma usare il termine genocidio - ha spiegato - significa far passare le vittime di ieri come i carnefici di oggi e sta portando a una ondata di antisemitismo in tutto il mondo che dovrebbe preoccupare anche il Santo Padre”.
Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, sottolinea invece “il silenzioso imbarazzo per la richiesta di Papa Francesco” che invece “va sostenuta”: “Dal 7 ottobre 2023, giorno dell’orribile attentato terroristico perpetrato da Hamas, sono stati uccisi 43mila civili di cui in maggioranza donne e bambini, sono stati bombardati ospedali, scuole, campi profughi ed è stata distrutta la rete idrica e il sistema igienico sanitario”. Non sarebbe la prima volta che il Papa - che più volte ha evocato i “crimini di guerra” a proposito degli attacchi ai civili - usa la parola “genocidio” per quanto accade nella Striscia.
Questo aspetto lo avevano riferito i familiari dei palestinesi di Gaza incontrati dal Pontefice il 22 novembre 2023. Ma subito il portavoce vaticano Matteo Bruni aveva negato che Francesco avesse usato tale termine, mentre il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin aveva giudicato la cosa “irrealistica”. Ora invece è successo davvero. Quella parola, seppure in una frase che sollecita un’indagine, è scritta nero su bianco in un libro.
Notiziario
Notiziario 17.11.2024, 21:00
Contenuto audio
Nuova strage a Gaza
Intanto anche oggi proseguono le stragi a Gaza. Secondo un bilancio della tv al Jazeera, in tutto sono 111 i palestinesi che hanno perso la vita nella sola giornata di domenica. Morti in combattimento anche due soldati dell’Idf. Secondo un bilancio di Hamas, domenica sono morte almeno 72 poersone solo a Beit Lahia, a nord di Gaza, e un’altra trentina tra Nuseirat, Bureij e Rafah. Secondo fonti palestinesi, in particolare, a Beit Lahia è stato colpito un palazzo residenziale a più piani in cui vivevano 6 famiglie. Il bombardamento ha fatto crollare l’edificio, seppellendo “decine di persone, inclusi bambini e donne”.
Idf conferma di aver ‘eliminato’ il portavoce di Hezbollah
L’esercito israeliano ha confermato che in un attacco nell’aerea di Beirut ha oggi “eliminato” il portavoce di Hezbollah Mohammed Afif, che ha descritto come il “capo propagandista” del gruppo militante sostenuto dall’Iran. A sua volta, Hezbollah ha annunciato la morte del suo portavoce Mohammed Afif, che secondo una fonte della sicurezza era tra le quattro persone uccise in un attacco israeliano nel centro di Beirut. Hajj Mohammed Afif al-Nabulsi è stato descritto dal gruppo filorianiano come “un grande martire sulla strada per Gerusalemme”, l’espressione usata per i suoi membri uccisi da Israele. Israele ha invece affermato che il suo esercito “ha condotto un attacco preciso, basato sull’intelligence, nell’area di Beirut ed eliminato il terrorista Mohammed Afif” che era “direttamente coinvolto nell’attività terroristica di Hezbollah contro lo Stato di Israele”.
Nuovi attacchi a Gaza e in Libano
Telegiornale 17.11.2024, 12:30
A Gaza c'è il rischio di carestia
Telegiornale 16.10.2024, 20:00
A Gaza c'è il rischio di carestia
Telegiornale 16.10.2024, 20:00