La Scozia ha detto no all'indipendenza e la sterlina vola. Nella notte più lunga sfuma la battaglia per staccarsi da Londra e il Regno resta Unito, così come sancito oltre 300 anni fa. Poco ha potuto la passione, la campagna fino all'ultimo voto combattuta dagli indipendentisti.
A Glasgow, si festeggia il no
Per gli indipendentisti, la prima doccia fredda era giunta a seggi appena chiusi: un sondaggio YouGov che, pur su un campione limitato, dava il No chiaramente in testa al 54% e il Sì in affanno, al 46%. Tutti cauti, anche dopo i primi risultati, con i No delle contee più piccole e di quelle più prevedibili. Finché - dopo il largo successo di No (60%) fatto segnare da Edimburgo, la capitale - a fare i conti arriva la BBC: calcolando il superamento della soglia matematica dei No con cui la Scozia ha respinto l'indipendenza. La percentuale risulta pari al 55% contro un 45% di Sì, sullo sfondo di un'affluenza record dell'84%.
Cameron: "Mi congratulo con Darling"
Alla luce dei risultati, il primo ministro britannico si è congratulato con Alistair Darling, l'uomo che guidato la campagna contro l'indipendenza della Scozia e ha anticipato che un'evoluzione federalista per il Regno: i vantaggi concessi agli scozzesi varranno anche per inglesi, gallesi e nordirlandesi.
RG 08.00 19/09/2014 I commenti del giornalista Thomas Miglierina e del docente universitario David Elwood
RG delle 12.30 del 19/09/2014 La corrispondenza di Tomas Miglierina
RG delle 12.30 del 19/09/2014 La corrispondenza di Davide Mattei dalla Spagna. La Catalogna e il risultato scozzese
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ats/reuters/bin/joe.p
RG 18.30 del 19.09.14 - L'analisi di Silvia Piazza