Non è solo la tazzina a rincarare, nella Svizzera tedesca per il quinto anno consecutivo, come ha sottolineato la recente indagine dell’associazione di categoria. Il prezzo del caffè ha raggiunto martedì il suo massimo dal 1972 anche inteso come chicco: 3 dollari e 40 centesimi per una libbra, cioè quasi mezzo chilo.
Ai cambi attuali, per un chilo di materia prima ci vogliono dunque oltre 6 franchi, praticamente il quadruplo del prezzo del 2020, e non c’è quindi da stupirsi che il rituale mattutino al bar rischi di costare ancora di più in futuro.
L’impennata dei prezzi viene spiegata con due motivi principali. Da un lato i timori legati alla produzione: due grandi Paesi fornitori, il Brasile e il Vietnam, sono stati confrontati a condizioni meteorologiche molto sfavorevoli quest’anno. Martedì Volcafe, fra i maggiori trader globali, ha tagliato le sue previsioni sulla produzione brasiliana, che dovrebbe attestarsi nella prossima stagione a 34,4 milioni di sacchi di arabica, 11,1 in meno di quanto stimato in settembre. Non è un raccolto felice nemmeno per Colombia, Costa Rica e Honduras. Per il quinto anno consecutivo, quindi, nel 2025-2026 la domanda di caffè sarà superiore all’offerta. Il rincaro della varietà citata è stato di oltre il 70% quest’anno.
Pesa inoltre il fatto che molti importatori di materia prima si stanno affrettando ad acquistare caffè prima che entri in vigore il nuovo regolamento europeo. Dal 2026 sarà vietata l’importazione di caffè proveniente da terreni deforestati.
Caffè, tra moda e allarme climatico
Falò 29.10.2024, 21:20