Cinque anni fa fallì la statunitense Lehman Brothers, vero e proprio colosso bancario, la cui improvvisa sparizione aprì una crisi finanziaria mondiale. Il lunedì 15 settembre 2008, dopo una domenica di roventi ma infruttuose riunioni a New York, l’istituto di credito chiese di essere ammesso al capitolo 11 della legge fallimentare.
I possibili acquirenti della banca, la britannica Barclays, si tirarono indietro dopo il rifiuto del Governo statunitense di intervenire nel salvataggio e di fronte a oltre 600 miliardi di dollari di debito, non lasciando altra scelta alla Lehman Brothers. Dopo 150 anni d’esistenza la quarta forza bancaria del mercato a stelle e strisce dovette avviare la procedura fallimentare.
Effetto mondiale del fallimento
La Lehman Brothers fu una delle prime e più importanti vittime della crisi innescata dai mutui e dagli investimenti a rischio nell’immobiliare americano, i cosiddetti subprime. La bancarotta da 640 miliardi di dollari fu allora il maggior fallimento bancario mai registrato che coinvolse gli assetti mondiali della finanza e che scosse ovunque le borse. Zurigo, ad esempio, perse quasi il 4%. I titoli elvetici presi di mira furono soprattutto quelli delle due grandi banche UBS e Crédit Suisse, i cui titoli persero rispettivamente il 14,54% e il 5,89% in borsa.
Le rassicurazioni del presidente non bastarono
Nel suo primo intervento televisivo sull’accaduto, l’allora presidente George W. Bush tentò di rassicurare tutti: “L’economia del nostro paese”, sostenne, ”è robusta e può sostenere gli aggiustamenti dei mercati finanziari. Stiamo lavorando per ridurre le turbolenze dei mercati e minimizzare gli impatti sull’economia di questi sviluppi”.
Ma non bastò. La crisi era troppo profonda e troppo radicata. Il New York Times definì quel giorno, in cui un altro istituto, la Merrill Lynch fu salvata con l'acquisto per 50 miliardi di dollari dalla Bank of America, come “uno dei giorni più drammatici nella storia di Wall Street” . La più grande crisi economica dopo quella della Grande Depressione del 1929 ebbe inizio. Furono bruciati 19'200 miliardi di dollari di ricchezza e 8,8 milioni di posti di lavoro. Gli Stati Uniti, per gli analisti, continuano a dover fare i conti con le conseguenze di quel 14 settembre del 2008.
Paolo Beretta
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RG 12.30, il servizio di Thomas Paggini
RSI Info 15.09.2013, 14:27