È tempo di chiudere. Di pensare ai bilanci. Di distillate i gesti e le frasi da tramandare ai posteri di un Papa che sembra sempre più un rodato maestro di comunicazione. Prendete la Veglia di sabato sera sera, un milione e seicentomila giovani che si apprestavano a passare la notte insieme. E a capire che cosa vuole l'anziano Pontefice da loro.
Ci sono delle cose che tutti i giovani capiscono, a pelle. Se chiedete dove passano il tempo molti diciottenni, scoprirete che il divano va per la maggiore. Quale luogo migliore per chattare e stare in santa pace? La felicità non è un divano, li ha punzecchiati Bergoglio, siete venuti al mondo per lasciare una impronta. Dio si aspetta qualcosa da ognuno di voi, vi invita a sognare, a mettere le energie al servizio di un mondo diverso, più solidale. Più umano, in sintesi.
Pensate alla paura della multiculturalità che inizia a percorrere le nostre società occidentali. Chi in modo naturale supera le barriere che vengono erette? Proprio i giovani. Ed è a loro che gli adulti devono guardare per scoprire che la multiculturalità non è una minaccia.
Un Papa che ricorda come le religioni vogliano la pace e non siano la causa delle guerre odierne. Un Papa che loda la multiculturalità e chi la vive quotidianamente. Un Papa che invita gli adulti a imparare dai giovani. Ve lo sareste aspettato?
Bruno Boccaletti