Il governatore della regione di Valencia, flagellata dall’alluvione Dana, Carlos Mazón, ha ammesso di aver compiuto “errori” nella gestione dell’emergenza e si è scusato. “Non eluderò le mie responsabilità”, ha detto, anche se non ha annunciato dimissioni. Due settimane dopo le inondazioni che hanno provocato 216 vittime e almeno 16 dispersi nella provincia di Valencia, Mazón del Partito popolare, nell’audizione davanti al Parlamento regionale, ha accusato lo Stato centrale come responsabile della tragedia.
Mazón ha affermato che è “legittimo” domandarsi se le agenzie statali per la misurazione dei corsi d’acqua e pluviometriche, come la Confederazione Idrografica del Jucar, e l’Agenzia statale di meteorologia Amet, “si sono viste sopraffatte” dall’emergenza e “se tutti gli attori coinvolti avevano “informazioni sufficienti in tempo e forma” per applicare protocolli di prevenzione davanti al rischio estremo di alluvioni “che avevano funzionato in situazioni precedenti”. “È legittimo domandarsi se la risposta alle richieste di aiuti e il coordinamento fra le istituzioni siano stati adeguati in tempo e forma davanti alla gravità della situazione”, ha sostenuto.
Spagna, emergenza senza fine
Telegiornale 02.11.2024, 12:30
Nella giornata del 29 ottobre, il governatore mantenne la sua agenda, nonostante le allerte massime sia meteo che pluviometriche, e fu irreperibile nel pomeriggio, impegnato in un pranzo con una giornalista durato alcune ore. Partecipò alla riunione del Centro operativo di coordinamento delle emergenze della regione solo dopo le 19.00. L’allerta del sistema Es-Alert, con messaggi sui cellulari alla popolazione nelle zone di massimo rischio, fu inviata dal Governo regionale solo alle 20.12, quando interi municipi erano già inondati.
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