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Il simbolo della guerra

L'arrivo ad Aleppo: tante conferme, poche sorprese, non pochi pericoli

  • 17 maggio 2017, 08:43
  • 8 giugno 2023, 06:59
00:17

Entrando ad Aleppo - di Roberto Antonini

RSI Info 17.05.2017, 08:35

Le immagini all'arrivo in questa città del nord del paese, capitale della ribellione e della guerra fino alla recente cessazione delle ostilità il 22 dicembre scorso non sorprendono. Sono lo specchio di quell'incubo che hanno immortalato negli ultimi anni fotografi e cameraman: case sventrate, palazzi sbriciolati, ammassi di macerie...

Culla della cultura, crocevia straordinario di lingue e civiltà, Aleppo dopo il micidiale assedio condotto dalle forze governative a colpi di bombardamenti aerei e al fitto scambio di colpi di artiglieria, è ridotta a città martire, emblema di una guerra fratricida condotta senza esclusione di colpi. Quella che rivendica lo statuto di più antica città del mondo, che fu la terza città più importante dell'impero ottomano dopo Costantinopoli e Il Cairo, porta le stigmate dell'orrore ancor più forse di qualsiasi città di quest'area mediorientale. Aleppo distrutta, certo ma non tutta. Quartieri interi sono stati risparmiati dalla furia bellica e la vita sembra trascorrere quasi normalmente: circolano non poche macchine, vi è una certa attività commerciale, bar e ristoranti non mancano. La guerra ha risparmiato anche qualche storica testimonianza di un passato imbottito di gloria e ricchezza: un nome su tutti quello dell'Hotel Baron, che ospitò Lawrence D'Arabia, Re Feisal, Agatha Christie e tanti altri personaggi dello scorso secolo. Racconteremo la sua storia in un servizio televisivo

L'Hotel Baron

L'Hotel Baron

  • RSI

Dopo tre giorni arriviamo dunque qui, a nord. Burocrazia, controlli non facilitano il lavoro dei giornalisti. Quanto alla sicurezza il viaggio ci ha consentito di verificare quanto la pace sia ancora una chimera. Da Damasco salendo fino a Homs nessun problema rilevante, poi improvvisamente dobbiamo lasciare l'autostrada. Da li a Aleppo è controllata dai ribelli, in particolare le milizie di Al Nusra. Dobbiamo deviare sul lato destro, verso est e percorrere un corridoio (vedi cartina) controllato dai governativi e filo governativi, ma molto stretto: a sinistra al Nusra (Al Qaida) a destra, verso l'Iraq l'Isis.

La cartina con le diverse zone controllate da ribelli e dai governativi

La cartina con le diverse zone controllate da ribelli e dai governativi

Salendo a nord dopo decine di check points, a un paio di chilometri salgono nuvole di fumo: colpi di mortaio. Si combatte molto vicino alla strada. Un lungo convoglio militare russo sta davanti a noi, cerchiamo di superarlo, ma ci vuole tempo il manto stradale è stretto e sconnesso. Si sente un forte sibilo, un missile sfiora la macchina e va a cadere nella pianura alla sinistra a qualche centinaio di metri. Ci sentivamo un po' protetti dai russi, ci siamo resi conto che il pericolo lì, tra i contingenti di Mosca era probabilmente ancora maggiore. Aleppo appare stranamente in questi momenti come un'oasi di pace, le ositilità sono cessate anche se ci segnalano che nella periferia i combattimenti continuano.

Paola Nurnberg e Roberto Antonini

Il Diario di viaggio Siria, nel cuore della guerra

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