Gli avvocati difensori dei quattro oppositori alla linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, in carcere da un anno per l'assalto al cantiere di Chiomonte del maggio 2013 (vedi correlati), hanno chiesto l'assoluzione da tutti i reati contestati, in particolare quello di terrorismo. I Pubblici Magistrati avevano chiesto per gli imputati una condanna a nove anni e sei mesi.
"Il terrorismo è un'altra cosa", ha esordito l'avvocato Claudio Novaro, nel pool insieme a Eugenio Losco, Giuseppe Pelazza e Oreste Dominioni. Secondo la difesa più elementi farebbero cadere questo capo d'accusa: i quattro hanno ricevuto solidarietà non solo dal movimento No Tav della Val di Susa, "segno che la percezione sociale del gesto è molto distante dal ritenerlo terrorismo"; l'assalto al cantiere era un atto simbolico e nessuno pensava avrebbe spinto le autorità a cambiare la loro linea politica e abbandonare quindi l'opera; infine, i quattro hanno agito "per motivi di particolare valore morale e sociale", meritano quindi un'attenuante.
Tutto è ora nelle mani della Corte d'Assise. La sentenza è attesa per il 17 dicembre.
FrCa/ANSA