Un vertice UE "informale" è in corso giovedì a Sibiu, in Romania, a meno di tre settimane dalle elezioni europee. "Oltre trecento milioni di cittadini europei andranno al voto e si troveranno di fronte a un'alternativa", ha detto Emmanuel Macron arrivando al vertice, "costruire ancora insieme o distruggere e cadere nei nazionalismi".
Dibattito sule future nomine
I 27 paesi membri (28 meno la Gran Bretagna, assente giustificata) non si sono riuniti con lo scopo di prendere decisioni "formali" ma discuteranno in primis del modo migliore per nominare rapidamente, una volta noto il risultato delle elezioni che si concluderanno il 26 maggio, i dirigenti delle principali istituzioni, tra cui la presidenza della Commissione, del Consiglio, e l’incarico di Alto rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza. Un vertice quindi, parole del presidente francese, sul "futuro dell'Europa", ovvero sull'agenda strategica 2019-2024.
Il presidente francese Emmanuel Macron (s) e il suo omologo rumeno Klaus Iohannis (d)
A tale proposito, servirà "un presidente della Commissione che sostenga l'unità, la democrazia, e la solidarietà dell'UE", ha affermato il premier greco Alexis Tsipras tracciando il ritratto del suo candidato ideale alla guida del prossimo esecutivo. "Occorre un presidente che sia contro il neoliberalismo, contro l'austerità e contro l'approccio xenofobo di alcune forze di destra che stanno prendendo quota in Europa. E questo presidente non è Manfred Weber (capofila della destra europea ndr)".
Il primo ministro greco Alexis Tsipras (s) e il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani (d)
Di opinione diversa il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: "Michel Barnier (altro possibile candidato alla presidenza, e attualmente Commissario europeo per il Mercato Interno ed i Servizi e negoziatore per la Brexit, ndr) è un amico, ho lavorato con lui, è una buona persona e un buon politico, ma in quanto presidente del Parlamento europeo e vicepresidente del Partito Popolare Europeo, il mio candidato è Weber e sosteniamo lui".
Il nucleare iraniano
Altro tema caldo: l'ultimatum lanciato mercoledi dal presidente iraniano Rohani (vedi correlati), il quale ha "minacciato" di riprendere il programma nucleare entro 60 giorni se non verranno accolte le richieste in ambito economico e petrolifero, decisione che fa seguito all'uscita degli USA un anno fa dall'accordo congiunto.
"Quanto sta accadendo è preoccupante", ha detto la presidente lituana Dalia Grybauskaitè, invitando a "mantenere le promesse" non ancora attuate per cercare di salvare l'accordo del 2015 con la Repubblica islamica. Le stesse preoccupazioni sono state espresse dall'Alto rappresentante Federica Mogherini: "Restiamo pienamente impegnati a preservare l'accordo sul nucleare con l'Iran", ha dichiarato, "è una questione di sicurezza per noi e per il resto del mondo".
Nove maggio, un giorno simbolico
"È significativo che questo incontro avvenga proprio il 9 maggio, il giorno della dichiarazione di Robert Schuman nel 1950, diventata il progetto di unificazione europea", ha fatto notare la cancelliera tedesca Angela Merkel. "Tutti gli Stati membri credono che agire insieme sia meglio", ha poi aggiunto, "il mondo non dorme dobbiamo essere innovativi, forti e uniti, ed è quello che sottolineerò a Sibiu. Dobbiamo dimostrare che l'UE, nonostante tutte le differenze rispetto all'azione comune è in grado di assicurare la pace e la prosperità".
La cancelliera tedesca Angela Merkel giovedì a Sibiu
09.05.2019: L'UE respinge l'ultimatum dell'Iran