Gli scontri scoppiati lunedì nella Repubblica democratica del Congo hanno fatto più di 140 morti, un centinaio a Kinshasa, la capitale, e una quarantina a Lubumbashi, la seconda città del paese, stando a fonti governative a cui s'è aggiunta la voce di anonimi testimoni.
Le violenze, che hanno fatto pensare al tentativo di rovesciare Joseph Kabila, sono state attribuite dalle autorità ai sostenitori del pastore Paul Mukungubila, già candidato alla presidenza.
Proclamatosi profeta dell'Eterno, questi accusa il capo dello Stato d'essere sotto l'influenza del Ruanda.
AFP/dg