Nell'Iran del presidente Hassan Rohani, che della lotta alla corruzione ha fatto il suo cavallo di battaglia, il miliardario Babak Zanjani, condannato alla pena capitale sabato, rischia l'impiccagione per truffa e appropriazione indebita. Si sarebbe intascato quasi tre miliardi di dollari per vendite sottobanco del petrolio iraniano, aggirando così le sanzioni internazionali e per questo inserito nelle liste nere di UE e USA.
L’uomo è stato condannato a morte “per aver diffuso la corruzione nel mondo”, recita letteralmente la sentenza, il crimine più grave per il codice iraniano. Zanjani ha respinto le accuse e potrà ricorrere in appello. Il miliardario, condannato con due complici, dovrà anche rimborsare la compagnia petrolifera nazionale e pagare un'ammenda di un quarto della somma rubata.
Arrestato tre anni fa, Zanjani è un personaggio controverso. A soli 42 anni è ritenuto uno degli uomini più ricchi dell'Iran con un patrimonio che sfiora i 13,5 miliardi di dollari, per quanto intaccato da ingenti debiti.
ATS/Reuters/EnCa